Marine Le Pen, leader del Rassemblement National: “con vittoria di Trump si apre una nuova era politica”. L’Iran: le presidenziali americane non ci riguardano. Cina: le relazioni tra Cina e Stati Uniti sulla base dei principi del rispetto reciproco.
Tra le prime reazioni dal mondo c’è stata quella della Cina che, ancora prima della proclamazione della vittoria di Trump, ha dichiarato di sperare in una “coesistenza pacifica” con gli Stati Uniti. “Continueremo ad affrontare e gestire le relazioni tra Cina e Stati Uniti sulla base dei principi del rispetto reciproco, della coesistenza pacifica e della cooperazione win-win”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning.
I leader europei sono in stato di fibrillazione per la schiacciante vittoria di Donald Trump. Come ha notato il cancelliere della Germania, Olaf Scholz, Trump entrerà in carica in un momento di grande crisi ed è prevedibile che con la sua presidenza molte cose cambieranno. “Gli Stati Uniti e il loro presidente sono sempre di particolare importanza per superare queste sfide. Ecco perché le elezioni americane hanno sempre un impatto che va oltre i confini nazionali. Per la Germania è importante continuare a utilizzare i buoni canali di comunicazione con Washington, stabilire rapidamente relazioni di lavoro con la futura amministrazione statunitense e allineare le nostre posizioni. La Germania, comunque, rimarrà un importante partner transatlantico”’, ha dichiarato Scholz, dopo aver discusso le eventuali conseguenze per l’Unione europea del ritorno di Trump alla Casa Bianca.
Scholz e Macron si sono trovati d’accordo su uno “stretto coordinamento” dopo il risultato delle elezioni statunitensi che hanno visto la vittoria di Donald Trump. In questo contesto la Francia e la Germania lavoreranno fianco a fianco “per un’Europa più unita e sovrana” a fronte dell’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti. Come ha scritto sul social il presidente francese, Emmanuel Macron, “ho appena parlato con il cancelliere Olaf Scholz. Lavoreremo per un’Europa più unita, più sovrana in questo nuovo contesto”. Il titolare dell’Eliseo ha però sottolineato l’importanza della cooperazione con “gli Stati Uniti nell’ambito della difesa dei nostri interessi e valori comuni”.
Invece per Marine Le Pen, leader del Rassemblement National francese, con la vittoria di Donald Trump alle presidenziali degli Stati Uniti si apre una “nuova era politica” che “deve contribuire al rafforzamento delle relazioni bilaterali e al proseguimento di un dialogo e di una cooperazione costruttiva sulla scena internazionale”. Come ha scritto Le Pen sul social X, “la democrazia statunitense si è chiaramente espressa e gli americani hanno scelto liberamente il presidente”.
Dall’altra sponda del Mediterraneo il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, si è congratulato con Donald Trump “per la più grande rimonta della storia”. In un messaggio su X, il capo dell’esecutivo israeliano ha scritto: “Lo storico ritorno alla Casa Bianca rappresenta un nuovo inizio per l’America e un forte rinnovato impegno nei confronti della grande alleanza tra Israele e America. Questa è una grande vittoria. Con vera amicizia, Benjamin e Sara Netanyahu”.
Da parte sua il presidente di Israele, Isaac Herzog, in un messaggio a Trump ha scritto che “lei è un vero e caro amico di Israele e un campione di pace e cooperazione nella nostra regione. Non vedo l’ora di lavorare con voi per rafforzare il legame indissolubile tra i nostri popoli, per costruire un futuro di pace e sicurezza per il Medio Oriente e per sostenere i nostri valori comuni. A nome dello Stato ebraico e democratico di Israele e di tutto il nostro popolo, auguro grande successo”.
Invece in Iran il portavoce del Governo di Teheran, Fatemeh Mohajerani, ha dichiarato che “le elezioni statunitensi non ci riguardano. Le nostre politiche sono costanti. Abbiamo già fatto le previsioni necessarie e non ci saranno cambiamenti nella vita delle persone”, ha detto Mohajerani, ricordando però che durante il suo primo mandato presidenziale, Trump si era ritirato dall’accordo sul nucleare iraniano raggiunto nel 2015 dall’Iran e diverse potenze mondiali – che aveva limitato il programma nucleare di Teheran in cambio all’abolizione delel sanzioni internazionali e di benefici economici – e aveva riapplicato le sanzioni nei confronti della Repubblica Islamica. Come scrive la stampa di Teheran il “ripristino delle sanzioni colpì duramente le esportazioni di petrolio dell’Iran e ridusse le entrate del Governo che fu costretto ad aumentare le tasse sulle società e persone”. Ciononostante l’inflazione annuale dell’Iran continua a mantenersi vicina a quota del 40 per cento.