Un incontro straordinario tra il cancelliere, Olaf Scholz, e i rappresentanti dell’industria metallurgica della Germania. La transizione energetica potrebbe creare nei prossimi cinque anni in Germania 350.000 posti di lavoro nuovi.
È iniziato la mattina del lunedì, 9 dicembre, il secondo sciopero dei dipendenti della casa automobilistica Volkswagen. I lavoratori tedeschi hanno incrociato le braccia in nove stabilimenti in tutta la Germania. Lo sciopero è durato quattro ore e ha anticipato la quarta tornata di contrattazioni collettive tra i vertici manageriali di Volkswagen e del sindacato Ig Metall e il Comitato aziendale.
Secondo alcune indiscrezione che trapelano dalle trattative la “casa automobilistica rimane ferma nella sua volontà di tagliare il 10% degli stipendi” e a “chiudere almeno tre stabilimenti in Germania”. Il sindacato insiste invece sulla necessità di mantenere tutte le fabbriche e di offrire la garanzia dell’occupazione per i circa 130 mila dipendenti di Volkswagen. “Non siamo riusciti a far avvicinare le posizioni e siamo pronti a un’ulteriore escalation”, ha dichiarato dopo i colloqui il presidente del Comitato aziendale di Volkswagen, Daniela Cavallo (nella foto).
Durissima è stata la reazione della leader del Partito socialdemocratico tedesco (SPD), Saskia Esken, secondo la quale “i dirigenti di Volkswagen bloccano le discussioni costruttive sul contratto collettivo”. Secondo Esken i manager della casa automobilistica tedesca “devono fare un passo indietro e fare alcune concessioni ai loro dipendenti perché è il management a impedire che le discussioni sul contratto collettivo vadano avanti”.
“Dobbiamo riuscire a preservare i preziosi posti di lavoro dell’industria – ha sottolineato Esken -. Il Consiglio di fabbrica di Volkswagen ha offerto un contributo sostanziale. I dipendenti erano disposti a scendere a compromessi. Ma la dura reazione della direzione di Volkswagen e le misure brutali ampiamente minacciate sono inaccettabili”.
Ma la piaga di licenziamenti di massa si espande a macchia d’olio dall’industria dell’auto e dalle acciaierie di ThyssenKrupp in tutti i settori dell’industria della Germania. L’azienda tedesca produttrice di stampanti “Heidelberger Druck” ha annunciato che sarà costretta a tagliare 450 posti di lavoro nella sua sede centrale di Walldorf. La stangata dovrebbe permettere all’azienda “di ridurre i costi operativi nella sede più grande della Germania e di creare spazio per importanti investimenti”, ha dichiarato l’amministratore delegato di “Heidelberger Druck”, Juergen Otto.
La situazione nell’industria tedesca sarà discussa dal cancelliere, Olaf Scholz, che nel pomeriggio riceverà i principali rappresentanti delle aziende, i consigli di fabbrica e i sindacati in occasione di un vertice che si concentrerà sull’industria dell’acciaio della Germania. “L’incontro servirà a discutere di misure concrete per salvaguardare la produzione di acciaio in Germania. Per il Governo è molto importante che vengano adottati prezzi affidabili per quanto riguarda l’energia elettrica nonché la promozione degli investimenti e la protezione contro il dumping dell’acciaio”, ha dichiarato Scholz prima dell’inizio dell’incontro.
Una via d’uscita dalla piaga dei licenziamenti potrebbe diventare l’accelerazione della transizione energetica. Per espandere l’uso dell’energia solare, eolica e dell’idrogeno, le aziende in Germania avranno bisogno di più di mezzo milione di lavoratori entro il 2030. Vale a dire che agli attuali 200.000 dipendenti, se ne dovrebbero aggiungere ulteriori 350.000 nei prossimi cinque anni. A questa conclusione sono arrivati gli esperti della Camera di commercio e dell’industria tedesca (DIHK). “Non si tratta solo di lavoratori qualificati come ingegneri o costruttori di turbine eoliche. Anche le strozzature nella logistica o nell’amministrazione metterebbero a rischio la transizione energetica nel suo complesso. Ad esempio, la costruzione di turbine eoliche potrebbe subire ritardi a causa della mancanza di autisti di camion”, ha dichiarato Achim Dercks, vice direttore della DIHK.