Centinaia di imprese piccole e grandi nel vortice della crisi dell’industria dell’auto tedesca
È ormai una reazione a catena, la crisi dell’industria automobilistica in Germania e in Europa: dopo il gruppo Volkswagen, anche l’azienda tedesca Schaeffler, specializzata nella produzione di componenti non solo per la automotive, ma anche per il settore aerospaziale e la difesa, ha annunciato che “sarà costretta a tagliare 4.700 posti di lavoro in Europa, di cui 2.800 licenziamenti colpiranno gli stabilimenti in Germania”. L’azienda, che attualmente dà lavoro a oltre 120.000 persone in tutto il mondo, ha fatto sapere che ad essere colpite saranno prima di tutto le dieci sedi in Germania e altre cinque in Europa.
In questa situazione estrema martedì, 5 novembre, il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, incontrerà nuovamente il ministro delle Finanze, Christian Lindner, e il ministro dell’Economia, Robert Habeck (nella foto). Si tratta del secondo vertice tra i tre politici, dopo quello svoltosi il gio0rno prima. Come è stato annunciato dalla cancelleria di Scholz, al centro dei colloqui si troverà un “accordo per una linea politica economica e finanziaria comune ai tre partiti della coalizione al governo – Partito socialdemocratico (SPD), Partito liberaldemocratico (FDP) e Verdi – per scongiurare una crisi politica in Germania”.
Tra i due incontri Habeck ha dichiarato che il Governo tedesco ‘”sta navigando in acque difficili”, mentre “gli ultimi giorni sono stati molto negativi” per la Germania. Commentando la crisi politica che sta affrontando la coalizione di governo Habeck ha notato che “alla luce della situazione in Ucraina, delle elezioni americane e della situazione economica della Germania, questo è il momento peggiore per il fallimento del governo. La domanda cruciale è: il governo sta adempiendo al dovere che si è assunto quando è entrato in carica? Abbiamo il dovere di concentrarci sui compiti da svolgere e abbiamo urgentemente bisogno di uno slancio per la crescita”.
Invece per Sahra Wagenknecht, leader dell’Alleanza Sahra Wagenknecht (BSW) (nella foto) il Governo tedesco “deve porre fine alla collaborazione tra i partiti della coalizione e indire il più presto possibile nuove elezioni”. Secondo Wagenknecht “un altro quarto anno di questo Governo significherebbe uno sconvolgimento irreversibile per l’economia tedesca e distruggerebbe la prosperità di milioni di persone. La coalizione sta ritardando la rottura per paura della ricevuta che potrebbe ricevere da parte degli elettori e di affrontare un’altra campagna elettorale. Il cancelliere dovrebbe chiedere subito un voto di fiducia al Parlamento per spianare la strada a nuove elezioni e non aspettare di vedere quanto i liberaldemocratici possano tirare la corda”.
E in questo caos politico ed economico delle svolte del tutto inattese di certo non mancano. Secondo il quotidiano tedesco “Bild” l’alleanza tra l’Unione cristiano-democratica (CDU) e l’Unione cristiano-sociale (CSU), fino a poco tempo tra i principali sostenitori della “transizione energetica accelerata”, starebbe preparando un “piano affinché la Germania ritorni a utilizzare l’energia nucleare nel caso di vittoria alle prossime elezioni federali”.
Sulle sue pagine “Bild” cita un documento, redatto dal gruppo parlamentare “CDU-CSU” intitolato “Agenda energetica per la Germania”, che come obiettivo principale ha quello di “ridurre massicciamente i costi dell’elettricità per i cittadini tedeschi”.
“La chiusura delle centrali nucleari nel 2023 – si legge nel documento – nel bel mezzo della crisi energetica, è stata una decisione sbagliata e ideologicamente motivata dai partiti della coalizione. E’ necessario, inoltre, portare avanti la ricerca e lo sviluppo di centrali nucleari di quarta e quinta generazione e di piccoli reattori modulari (SMR)”.
Un’altra decisione presa in extremis riguarda l’utilizzo dei fondi, che fino a poco tempo fa erano destinati per la costruzione – ora sospesa a tempo indeterminato – della fabbrica di chip dell’azienda statunitense Intel a Magdeburgo. Come è stato annunciato da Habeck “i 10 miliardi di euro dovranno essere utilizzati per tappare i buchi nel bilancio federale della Germania”. Secondo il ministro dell’Economia “i dieci miliardi erano stati stanziati nel Fondo per il clima e la trasformazione per sostenere l’economia, ma ora è scontato che siano utilizzati per ridurre il buco nero di bilancio”.