Germania ordina la chiusura della redazione di Berlino della TV statale russa

Immediata la risposta di Mosca: espulsi dalla Russia due giornalisti tedeschi dell’emittente televisiva “ARD”

Serghej Rjabkov

La guerra ibrida, lanciata dall’Occidente contro la Russia, ha portato alla chiusura della redazione di Berlino della televisione statale russa “Pervyj Kanal” (Primo Canale). Senza spiegazioni ai due corrispondenti russi da Berlino, Ivan Blagoj e Dmitrij Volkov, regolarmente accreditati presso il ministero degli Esteri tedesco, è stato ordinato di lasciare la Germania nel giro di due settimane.

Una risposta a speccio di Mosca non si è fatta aspettare: il ministero degli Esteri russo ha espulso dal Paese due giornalisti tedeschi dell’emittente televisiva “ARD”. Il portavoce del dicastero diplomatico, Marija Zakharova, ha dichiarato che i giornalisti espulsi sono i corrispondenti da Mosca di “ARD”, Frank Aischmann e Sven Feller. Zakharova ha precisato che il “Governo russo potrebbe esaminare la possibilità di accreditare nuovi giornalisti di ‘ARD’ dopo la riapertura del bureau della televisione statale russa ‘Pervyj Kanal’ a Berlino”.

Da parte sua il viceministro degli Esteri russo, Serghej Rjabkov (nella foto), ha dichiarato che il tempo per i negoziati non è ancora finito, ma ora bisogna ricorrere ai mezzi più forti per far sentire il punto di vista del Cremlino. “Non crediamo che il tempo per le discussioni e i segnali politico-diplomatici sia passato, ma sono diventati importanti mezzi più forti per far sentire il nostro punto di vista”, ha detto Rjabkov in un’intervista, commentando il recente lancio del missile balistico “Oreshnik”, che aveva praticamente raso al suolo “Yuzhmash”, uno dei più importanti stabilimenti dell’industria della difesa ucraina. Il viceministro russo ha ribadito che l’Occidente “si illude”, pensando di essere capace di portare la Russia a una sconfitta strategica. “Uno Stato con armi nucleari non può essere sconfitto, abbiamo abbastanza strumenti per rispondere con mezzi militari a questa spirale crescente di confronto”, ha sottolineato Rjabkov.