La Cina è il maggiore Paese-produttore di pomodori nel mondo
Pomodori in scatola venduti in Germania come “italiani” sono in realtà coltivati in Cina. Lo scrive il quotidiano tedesco “Bild”, secondo cui una “gran parte dei pomodori cinesi viene esportata in Italia per essere trasformata in conserva, confezionata in scatole ed esportata”. Questo processo permette ai produttori italiani di vendere il prodotto in Germania e in molti altri Paesi del mondo con la dicitura “pomodori in scatola italiani”.
Negli ultimi anni la Cina è diventata il principale produttore ed esportatore sia di pomodori che di concentrato su scala globale. La Germania è tra le principali destinazioni dell’export cinese-italiano perché il pomodoro, secondo “Bild” è “l’ortaggio più amato dai tedeschi” con un consumo pro capite pari a 30,5 chilogrammi all’anno. L’Associazione federale dei consumatori della Germania ha criticato la mancanza di trasparenza e ha chiesto che l’intera catena di produzione – dalla Cina all’Italia – sia riportata sulle etichette dei pomodori in scatola esportati verso la Germania.
L’Italia resta la seconda produttrice al mondo di pomodori (5,1 milioni di tonnellate) e controlla il 77% delle esportazioni mondiali di queste conserve, un business da 10 miliardi di euro l’anno. In un mese al porto di Salerno, hub di tutte le aziende di trasformazioni campane, arrivano fino a 10.000 tonnellate di concentrato di pomodoro in barili dalla Cina, dopodiché il prodotto viene “ritrasformato”, ovvero mischiato con i pomodori coltivati in Italia e “inviato sulle tavole di mezzo mondo”. Di recente i produttori cinesi hanno avviato il processo di “delocalizzazione” delle proprie coltivazioni agricole, spostandole in Africa, per esempio in Ghana.
Lo scorso agosto le associazioni agricole italiane Filiera Italia e Coldiretti hanno chiesto “l’immediato divieto di importazione di concentrato di pomodoro dalla Cina a tutela dei produttori seri italiani di pomodoro, di fronte alla concorrenza sleale dei produttori cinesi”. La richiesta del blocco dell’import cinese – così come hanno fatto gli USA, l’Inghilterra e il Canada – serve, secondo le Associazioni italiane, per “evitare che anche sui mercati esteri il pomodoro cinese spacciato per italiano tolga spazio al vero ‘made in Italy’”.