Braccio di ferro tra ThyssenKrupp e i sindacati
I futuri dazi doganali, preannunciati dal presidente eletto, Donald Trump, hanno messo in stato di fibrillazione le autorità della Germania, il maggiore partner commerciale in Europa degli Stati Uniti. Michael Link (nella foto), coordinatore di cooperazione transatlantica del Governo tedesco, ha criticato aspramente l’intenzione di Trump di voler imporre tariffe proibitive sulle importazioni provenienti dal Messico, dal Canada e dalla Cina. “I dazi sulle importazioni annunciati dimostrano ancora una volta lo stile politico di Trump: egli mette insieme presunti alleati e rivali. Rompendo alleanze stabili in una situazione geopolitica fragile, Trump causerà gravi danni all’economia mondiale’”, ha dichiarato Link, secondo cui “la Germania deve prepararsi in anticipo per essere presa di mira da Trump. Invece di aspettare le sue misure protezionistiche abbiamo bisogno di riforme economiche decisive, come la riduzione delle tasse sulle imprese”.
Le eventuali tariffe americane sull’esportazioni europee verso gli USA, rappresenterebbero un “colpo di grazia” all’industria tedesca, colpita da una crisi economica senza precedenti. La decisione di rinunciare al poco costoso gas russo ha fatti schizzare alle stelle i costi di elettricità, mettendo in ginocchio molte industrie tedesche ad alta intensità energetica, dalla metallurgia alla produzione di automobili.
Il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, si è espresso a favore della riduzione dei prezzi dell’elettricità come “misura chiave per combattere la debolezza economica della Germania”. Secondo Habeck “la pressione principale è sull’industria tradizionale, vale a dire quella ad alta intensità energetica e quella automobilistica. In questi settori, ma non solo, un abbassamento dei prezzi dell’elettricità sarà d’aiuto. Non dovremmo solo fornire un sussidio per le tariffe di rete nel breve termine, cosa a cui sono favorevole, ma dovremmo anche eliminare il più possibile i costi dell’infrastruttura dai prezzi dell’elettricità o almeno dimezzarli per il prossimo futuro”.
Tra le aziende più colpite c’è il gigante siderurgico ThyssenKrupp che ha annunciato una drastica riduzione del personale, che potrebbe colpire 11.000 lavoratori. E si prospetta un braccio di ferro tra l’azienda e il sindacato di categoria “IG Metall”, che ha annunciato “di non vedere alcuno spazio di negoziazione con ThyssenKrupp”, relativamente al taglio di migliaia di posti di lavoro annunciati ieri dall’azienda tedesca.
“Non discuteremo in nessun modo con ThyssenKrupp a proposito di questa questione, Quello che l’azienda ha fatto è stata una grossa provocazione. Licenziamenti per motivi operativi e chiusure di stabilimenti sono le nostre linee rosse che abbiamo tracciato più e più volte. E ThyssenKrupp le ha superate”, ha dichiarato Knut Giesler (nella foto), direttore distrettuale di “IG Metall” e vicepresidente del consiglio di sorveglianza di ThyssenKrupp Steel. “Un concetto futuro include anche idee, non solo chiusure e tagli con il tosaerba. Finché i licenziamenti e le chiusure degli stabilimenti non saranno nuovamente fuori discussione e non saranno decisi finanziamenti a lungo termine, il sindacato non si siederà al tavolo con il consiglio di amministrazione”, ha detto infine Giesler.