Due giorni di caccia all’uomo. Lo Stato islamico ha rivendicato l’attacco, costato la vita ad almeno tre persone.
Continua la follia di accoltellamenti in Europa. Domenica, 25 agosto, la polizia tedesca ha annunciato: “Il 26enne siriano, sospettato dell’attacco con un coltello di venerdì sera a Solingen, che ha provocato la morte di tre persone e il ferimento di altre otto, alcune in modo grave, ha confessato”. L’annuncio era stato preceduto da un’operazione poliziesca su larga scala, dopo che venerdì sera l’uomo ha colpito con un coltello persone a caso durante una festa per i 650 anni dalla fondazione di Solingen.
Solingen è una cittadina di circa 160.000 abitanti che si trova a una trentina di chilometri da Düsseldorf, nella Germania occidentale. Il folle attacco ha scatenato una imponente caccia all’uomo, che sabato ha portato a un primo fermo di un ragazzo di 15 anni, sospettato di avere avuto contatti con l’esecutore dell’attacco. Nel pomeriggio è stata ritrovata il coltello, dopodiché in serata, gli agenti della polizia tedesca del Comando delle operazioni speciali (SEK) hanno fatto irruzione in una residenza per richiedenti asilo situata nelle vicinanze del luogo dell’attacco, arrestando un siriano di 36 anni.
Secondo la stampa locale tedesca la polizia ha preso un uomo sbagliato. E questo perché sabato sera, intorno alle 23.00, un altro siriano si è avvicinato agli agenti in strada consegnandosi e confessando il reato. Secondo “Spiegel”, era arrivato in Germania nel 2022 e aveva chiesto asilo a Bielefeld, ottenendolo, e finora non aveva attirato l’attenzione in quanto islamista radicale.
La gravità dell’accaduto è stata enfatizzata dal fatto che lo Stato islamico, un’organizzazione di stampo terroristico, vietata in molti Paesi del mondo, aveva rivendicato l’attacco. Per la Procura federale tedesca antiterrorismo, che ha rilevato l’inchiesta in merito all’attentato, non è ancora chiaro se “l’attentatore avesse un legame diretto con l’organizzazione terroristica o se avesse agito lasciandosi ispirare dalla sua propaganda jihadista”.