Giappone: gli esperti dell’AIEA controllano scarico acque Fukushima

Il principale problema non è l’acqua reflua, bensì il combustibile radioattivo

Un gruppo di specialisti dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica delle Nazioni Unite (AIEA) è arrivato lunedì, 9 dicembre, in Giappone, per controllare e analizzare la sicurezza dello scarico nell’Oceano Pacifico delle acque reflue della disastrata centrale nucleare di Fukushima. La delegazione, composta da undici esperti internazionali indipendenti provenienti dall’Argentina, dall’Australia, dal Canada, dalla Cina, dalla Francia, dalla Corea del Sud, dalle Isole Marshall, dalla Russia, dal Regno Unito, dagli Stati Uniti e dal Vietnam si tratterrà in Giappone sino al 12 dicembre e avrà una serie di incontri con i rappresentanti della società TEPCO, operatore della centrale di Fukushima, e del Governo di Tokio.

Si tratta della terza visita degli esperti dell’AIEA in Giappone per controllare sul campo il processo di scarico in mare delle acque trattate con il sistema ALPS (Advanced Liquid Processing System), in base al piano di TEPCO che prevede un versamento graduale nell’arco di oltre trent’anni. Il piano ha ricevuto il via libera dell’AIEA, che il 4 luglio 2023, dopo un lavori di analisi preliminare, durato due anni, ha giudicato il piano giapponese “coerente con gli standard di sicurezza internazionali”.

Secondo le stime dell’Agenzia “dal rilascio dell’acqua ci si può attendere un impatto radiologico trascurabile sulle persone e sull’ambiente”. Molti Paesi vicini tra cui la Cina hanno criticato lo scarico di acque reflue in mare e hanno messo al bando le importazioni di pesce e di altri prodotti ittici, provenienti dal Giappone. Da parte sua l’AIEA si è impegnata a esercitare un monitoraggio a lungo termine, come concordato con il Governo giapponese.

Secondo gli esperti giapponesi e internazionali il principale problema rappresenta non tanto l’acqua reflua, usata per raffreddare i sistemi della ex centrale, quanto il combustibile nucleare fuso ed estremamente radioattivo, che si trova all’interno dei reattori, distrutti dallo Tsunami che ha seguito un terremoto nel 2011. Per il momento nessuno sa come recuperare tonnellate di combustibile nucleare dall’interno dei reattori della centrale. In Ucraina, alla centrale atomica di Chernobyl non è stato possibile e sulla centrale è stata costruita una cupola in cemento armato, che senza un’adeguata manutenzione da parte delle autorità di Kiev sta cadendo a pezzi e lascia uscire gas e altre sostanze radioattive e pericolose.