Panico tra la popolazione, scaffali dei negozi vuoti, mentre nell’e-commerce vanno a ruba kit per disastri, cibo in scatola e acqua in bottiglia
Il Giappone deve prepararsi alla possibilità di un “megaterremoto”. Il monito è stato lanciato da un gruppo di esperti giapponesi dopo le scosse di magnitudo 6,9 e di 7,1 che avevano fatto tremare le isole l’8 e il 9 di agosto. Dopo l’avvertimento, il primo ministro giapponese, Fumio Kishida, ha deciso di annullare il suo viaggio nell’Asia Centrale dove avrebbe dovuto recarsi in Kazakistan, Uzbekistan e anche in Mongolia. “Come primo ministro con la massima responsabilità per la gestione delle crisi, ho deciso che devo rimanere in Giappone per almeno una settimana”, ha detto Kishida ai giornalisti.
La scossa di magnitudo 7,1 ha provocato il crollo di alcuni edifici mentre almeno 13 persone sono state ferite dalle macerie nelle province sud-occidentali del Paese asiatico. L’Agenzia Meteorologica del Giappone (JMA), ha attivato fin da subito un’allerta tsunami nelle zone vicine all’epicentro del sisma. Alcune piccole onde sono state rilevate nel porto della città di Nichinan, dove hanno raggiunto i 20 centimetri di altezza, toccando successivamente i 40 cm nel porto di Aburatsu.
Ma secondo gli esperti il peggio deve ancora arrivare. Come ha dichiarato ancora Kishida la popolazione “è molto in ansia” per l’allerta che è stata emessa in base a un nuovo sistema elaborato in seguito al sisma di magnitudo 9,0 del 2011, che innescò uno tsunami e il disastro nucleare della centrale di Fukushima e costò la vita a 18.500 persone. “La probabilità di un nuovo forte terremoto è più alta del normale, ma questo non significa che si verificherà”, ha cercato di tranquillizzare l’opinione pubblica la JMA, mentre miglia di persone stavano prendendo d’assalto i supermercati per rifornirsi il più presto possibile di prodotti alimentari di primissima necessità.
Si è registrata un’impennata nella richiesta dei cosiddetti “kit per disastri” mentre nei supermercati venivano affissi cartelli che si scusavano con i clienti per la carenza di molti prodotti, attribuita a “notizie dei media relative all’imminente terremoto”. In molti punti vendita è stata razionata la vendita dell’acqua in bottiglia – al massimo tre bottiglie da un litro al cliente – a causa di un “approvvigionamento molto instabile”.
Le competenti autorità giapponesi hanno stimato che il prossimo grande e quanto devastante terremoto potrebbe colpire il Paese nei prossimi 30 anni con una probabilità del 70 per cento.