Gli attacchi degli Houthi mettono in ginocchio l’export agroalimentare italiano

In un solo mese, da dicembre 2023 a gennaio 2024, le quotazioni del trasporto dal Mediterraneo alla Cina hanno registrato un’impennata senza precedenti di 6,6 volte

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Si moltiplicano le flotte e le missioni navali nell’area del Mar Rosso. I marinai americani ed europei abbattono i droni , lanciati dagli Houthi. L’ultimo attacco è stato registrato contro il cacciatorpediniere italiano Duilio della missione “Aspides”. I Governi e i militari offrono delle esplicite garanzie di sicurezza agli armatori, che sembrano non ne fidarsi moto e per questo indirizzano le proprie navi mercantili e le petroliere fuori dal Golfo di Aden e dal Canale di Suez.

Sabato 2 marzo nel Golfo di Aden è infatti affondata la nave mercantile “MV Rubymar”, che meno di due settimane fa era stata danneggiata da missili lanciati dagli Houthi. A bordo c’erano oltre 40.000 tonnellate di concimi chimici e ora si rischia una catastrofe ambientale. La nave, battente bandiera del Belize e gestita da una ditta libanese, era stata colpita lo scorso 19 febbraio da due missili lanciato dagli Houthi. L’equipaggio aveva abbandonato la nave e si era messo in salvo. “Una fuoriuscita di fertilizzante a base di nitrato di ammonio in mare potrebbe avere impatti significativi sugli ecosistemi marini”, ha dichiarato Julien Jreissati, direttore del programma di Greenpeace in Medio Oriente e Nord Africa.

In un solo mese, da dicembre 2023 a gennaio 2024, le quotazioni del trasporto dal Mediterraneo alla Cina hanno registrato un’impennata senza precedenti di 6,6 volte. L’Italia è tra i Paesi più colpiti. Secondo un’analisi del Centro studi Divulga “dal Canale di Suez passano il 16% dell’export agroalimentare italiano dell’olio d’oliva, il 15% dei prodotti derivati dalla lavorazione dei cereali e il 14% del pomodoro trasformato”. In termini di denaro l’export agroalimentare italiano inviato verso la Cina e i Paesi del sud-est asiatico ha un valore di 6 miliardi di euro l’anno, “messi ora a rischio dalle incursioni terroristiche Houthi contro le navi”.

I prodotti agroalimentari, che partono dall’Italia o arrivano in Italia, passando per il Canale di Suez, sono quasi al 100% trasportati via mare. Ai prodotti citati l’Associazione italiana di produttori agricoli Coldiretti aggiunge molti altri prodotti italiani esportati verso l’Asia tra cui tabacchi (33%) e foraggere (40%). C’è anche tantissima ortofrutta, che non regge gli effetti dell’allungamento delle rotte marittime tra l’Europa e i mercati orientali.

Una valida alternativa alle rotte marittime a rischio, potrebbe essere il passaggio per la capillare rete ferroviaria della Russia, ma l’Europa, ha dimostrato un esempio “brillante” di autolesionismo, “si è praticamente sparata alle gambe”, chiudendo con 13 pacchetti di sanzioni, il territorio russo per il business europeo, condannato da Bruxelles a perdere miliardi e miliardi di euro.