Nuovo record dell’export russo di grano, mentre la UE perde rapidamente quote in Africa e nel Medio Oriente
Il Dipartimento dell’Agricoltura del Governo degli Stati Uniti (USDA) ha stimato in 52 milioni di tonnellate le esportazioni cerealicole della Russia a fine campagna agricola 2023-2024, che finirà a giugno di quest’anno. Si tratterà di un nuovo record del Cremlino, dopo il precedente risultato eccezionale, quando nella campagna 2022-2023 gli esportatori agricoli russi avevano venduto all’estero 47,5 milioni di tonnellate di grano.
Sia i Paesi africani che quelli del Medio Oriente privilegiano grano russo, chiudendo invece le porte di fronte ai produttori europei. Sempre secondo le previsioni dell’USDA le esportazioni di grano dell’Unione Europea nel 2023-24 (luglio-giugno) subiranno, nel bilancio di fine stagione, una contrazione fino a 34,5 milioni di tonnellate, ovvero 2 milioni di tonnellate in meno di quanto era stato previsto a marzo.
Gli agricoltori europei, messi alle corde dalle politiche agricole di Bruxelles, che ha aperto i mercati al grano ucraino, stanno perdendo quote soprattutto negli sbocchi tradizionali africani e nei mercati del Medio Oriente. Nei primi sette mesi della campagna di commercializzazione 2023-2024 (ultimi dati disponibili, N.d.R.), le spedizioni della UE nei Paesi nordafricani si sono ridotte complessivamente del 25% su base annua, mentre quelle in Medio Oriente hanno addirittura subito una contrazione di oltre il 60 per cento.
In molti casi si tratta di una scelta politica dei Governi dei Paesi del Sud Globale, che perdono fiducia in Occidente e si schierano dalla parte del tandem Russia-Cina. Parlano da sé i casi dell’Arabia Saudita e dell’Algeria, due delle principali ex destinazioni degli esportatori europei, che hanno trasferito alla Russia quote dominanti di mercato. L’importatore monopolista ufficiale di Riyadh, la società statale “Global Food Security Authority” (GFSA), ha avviato le importazioni massa del grano russo, lasciando a bocca asciutta i trader europei.
Analoga situazione si è creata in Algeria, dove l’Agenzia governativa responsabile degli approvvigionamenti dall’estero, (Office Algérien Interprofessional des Céréales), ha deciso di aumentare notevolmente le importazioni di grano della Russia, spiazzando le forniture dei produttori europei, che in passato avevano controllato l’85% del mercato cerealicoli algerino.
Infine si può notare che l’USDA ha rivisto al rialzo la previsione sulla produzione mondiale di frumento, portandola a 787,4 milioni di tonnellate, che comunque è rimasta molto al di sotto delle stime riguardo ai consumi globali, che dovrebbero salire quest’anno a quota 800,1 milioni di tonnellate di grano.