Nel Paese africano sono dislocati ancora oltre mille militari a stelle e strisce
Dopo i militari francesi, anche gli Stati Uniti hanno deciso di ritirare i propri soldati in servizio presso una base in Niger. A marzo il Governo provvisorio militare di questo Paese africano aveva annunciato la “cessazione con effetto immediato” di tutti gli accordi, conclusi in precedenza dal presidente destituito Mohamed Bazoum, che permettevano agli USA di impiegare personale militare e civile nel Paese per portare avanti operazioni di vario tipo, tra cui la lotta al terrorismo islamista nell’intero Sahel, la regione a sud del deserto del Sahara in cui si trova anche il Niger.
Le nuove autorità militari, che godono di una ampio appoggio del popolo del Niger, stanno manifestato forti sentimenti anti-occidentali, soprattutto nei confronti della Francia, di cui il Niger è un’ex colonia, insistendo sul ritiro dei contingenti di soldati stranieri. La Francia aveva ritirato i propri miliari dal Niger alla fine dell’anno scorso, mentre ora è arrivato il turno dei soldati statunitensi – più di un migliaio – dislocati alla base di Agadez, una città nel nord del Paese africano. La settimana prossima a Niamey, la capitale del Niger, dovrà arrivare un gruppo di esperti del Pentagono, per gestire il ritiro delle truppe.
Nel mese di marzo 2024 le autorità militari del Niger hanno costituito con i due Paesi vicini, il Mali e il Burkina Faso, una forza congiunta di contrasto ai numerosi gruppi jihadisti attivi sul territorio. Dopo l’arrivo al potere, il Governo provvisorio militare del Niger ha intensificato i propri rapporti politici e militari con la Russia, che ha sta inviando nel Paese africano oltre agli aiuti umanitari gratuiti, come grano e fertilizzanti, anche istruttori militari per fornire servizi di addestramento all’esercito nigerino.