Gli USA investono 20 miliardi in sicurezza dei porti

Le gru e molti altri macchinari portuali di fabbricazione cinese saranno sostituiti il più presto possibile con quelli prodotti dalla giapponese Mitsui, perch{ starebbero spiando il traffico di materiali militari

Invece di voltare la pagina, gli Stati Uniti hanno aperto un nuovo capitolo della guerra commerciale con la Cina. Il Governo americano ha stanziato per i prossimi 5 anni un pacchetto finanziario di oltre 20 miliardi di dollari per rafforzare la sicurezza delle infrastrutture portuali degli USA. Tra i primi obiettivi, citati oggi 21 febbraio dall’Amministrazione del presidente, Joe Biden, è la “dismissione totale dell’utilizzo di gru portuali di fabbricazione cinese”.

Come ha scritto il quotidiano statunitense “Wall Street Journal” l’intervento rientra nel “quadro di una serie di azioni destinate a scongiurare le minacce di vario tipo, comprese quelle del cyberspazio, provenienti dalla Cina, che, secondo le fonti della Casa Bianca può danneggiare la cybersicurezza marittima”.

Le spese saranno coperte dal maxi pacchetto finanziario da 1.000 miliardi di dollari, approvato nel 2021 dal Congresso degli Stati Uniti per potenziare le infrastrutture critiche del Paese. A produrre le nuove gru portuali in sostituzione di quelle “made in China” sarà una controllata statunitense della compagnia metalmeccanica giapponese Mitsui.

La decisione drastica delle autorità statunitensi segue un’inchiesta pubblicata lo scorso anno proprio dal “Wall Street Journal”, che aveva citato le forti preoccupazioni dei vertici politici e aziendali degli Stati Uniti per quel che riguarda le “minacce di spionaggio e soprattutto di sabotaggio”, legati alla presenza nei porti americani, compresi quelli utilizzati dalla marina militare e dalle forze armate,  di un “enorme numero” di gru giganti e di altri macchinari, fabbricati dagli stabilimenti cinesi controllati dallo Stato. Come ha scritto il quotidiano americano la “preoccupazione di Washington è che il software impiegato nei computer delle gru possa essere manipolato a distanza dall’intelligence cinese, in particolare nel caso di un conflitto nello Stretto di Taiwan o altrove”.

Si sottolinea anche che le gru, impiegate nei porti statunitensi, per l’80% sono di produzione dalla colosso industriale cinese Zhenhua Port Machinery Company (ZPMC) e dispongono di numerose videocamere e di sensori sofisticati in grado di “tracciare, registrare e inviare in Cina l’origine e la destinazione dei container in transito”, consentendo così a Pechino di raccogliere informazioni classificate “top secret” sulla ricezione o sulla spedizione di materiali di vario tipo, tra cui anche armi e munizioni, inviati dal Pentagono in giro per il mondo.