Gli Stati Uniti potrebbero essere costretti a lasciare anche il Ciad. La CNN ha riportato una lettera datata 4 aprile in cui capo delle forze aeree del Ciad, il generale Idriss Amine, ha ordinato agli Stati Uniti di interrompere le attività nella base aerea Adji Kossei situata nei pressi della capitale N’Djamena. Il Ciad, fino a questo momento non aveva seguito i passi dei leader di di Burkina Faso, Mali e Niger nel porre fine ai tradizionali rapporti di collaborazioni con Francia, Stati uniti e altri alleati occidentali stringendo al contempo i legami con la Russia. Il presidente di transizione Mahamat Idriss Déby lo scorso gennaio si era comunque recato a Mosca dove aveva incontrato Vladimir Putin e aveva spiegato la volontà di elevare la cooperazione tra i due Paesi.
In Ciad ci sono un centinaio di militari statunitensi che operano nell’ambito dell’accordo sullo status delle forze (SOFA), impegnati per lo più in operazioni antiterrorismo.
Secondo quanto riporta Reuters un portavoce del Dipartimento di Stato americano ha spigato che: “Sono in corso conversazioni con i funzionari locali sul futuro della nostra partnership di sicurezza. Poiché il Ciad è concentrato sulla preparazione delle elezioni presidenziali del 6 maggio, prevediamo consultazioni sui parametri della nostra cooperazione in materia di sicurezza dopo le elezioni”.
Il Ciad è il primo dei paesi condotti da giunte militari dell’Africa centro occidentale ad andare a elezioni, anche se alcuni analisti pongono interrogativi sulle consultazioni dopo l’uccisione, lo scorso 28 febbraio, di Yaya Dillo, principale candidato delle forse di opposizione, il Partito socialista senza frontiere (PSF) oltre che cugino di Idriss Déby. Uccisione avvenuta dopo un assalto dell’esercito alla sede del partito.