GNL russo è ancora linfa insostituibile per il sistema energetico europeo

L'aumento delle importazioni di GNL dalla Russia è dovuto alla preoccupante riduzione delle esportazioni verso l’Unione europea dagli Stati Uniti e da altri Paesi produttori

Il presidente di "Novatek", Leonid Mikhelson

I vertici dell’Unione europea vorrebbero di certo nascondere questi dati che suscitano molte domande sia per quanto riguardo la transizione energetica, che per quanto riguarda la fallimentare politica di sanzioni contro la Russia.

Ma le cifre parlano chiaro: i Paesi europei fanno affidamento sulle esportazioni di gas naturale liquefatto (GNL) russo, anziché su quelle statunitensi. Nel solo mese di luglio del 2024 i Paesi europei hanno importato del gas naturale liquefatto dalla Russia per 565,7 milioni di euro, un “volume record dalla fine dello scorso inverno”.

Un’analisi dei dati dell’Eurostat ha permesso di capire che l’import del gas, principalmente fornito ai consumatori europei dal gigante energetico russo “Novatek”, è aumentato a luglio del 13,5% sia su base mensile che su quella annua.

In particolare la Spagna ha aumentato le proprie importazioni di gas russo di 2,3 volte, acquistando a luglio del GNL per oltre 240 milioni di euro. Dopo la Spagna, che si è aggiudicata il titolo del “maggiore importatore del gas liquefatto russo”, anche i Paesi Bassi hanno aumentato le importazioni di un quarto: l’import olandese a luglio ha totalizzato 57,2 milioni di euro.

La Francia, il secondo più grande importatore di GNL russo, ha invece ridotto gli acquisti dell’11%, a “soli” 210,4 milioni di euro. Anche il Belgio ha dimezzato le importazioni a 47,7 milioni di dollari.

In totale, nei primi 7 mesi dell’anno 2024 i Paesi dell’Unione europea hanno acquistato del GNL dalla Russia per 4 miliardi di euro, rispetto ai 5,5 miliardi dell’anno precedente. Tuttavia, la quota di GNL russo nell’import europeo è salita al 18,6% nel periodo gennaio-luglio del 2024 dal 13,3% nell’analogo periodo dell’anno precedente. Secondo gli analisti internazionali “l’aumento è dovuto alla riduzione delle esportazioni del GNL verso la ‘martoriata’ Unione europea dagli Stati Uniti e da altri Paesi produttori”.