Erano stati illegalmente raccolti nonostante gli utenti pensassero di navigare privatamente
La big tech statunitense Google è al centro di un enorme procedimento di antitrust iniziato a settembre 2023. In attesa dei temi più caldi della battaglia legale, la società di Mountain View (California, USA), si “libera” di un problema arrivando a un patteggiamento relativamente alla class action presentata nel 2020 che la accusava di aver raccolto dati di milioni di utenti senza che questi ne fossero a conoscenza.
Al centro dell’azione legale c’è il browser Chrome e, in particolare, la sua funzione di “navigazione in incognito” che, in realtà, in incognito non era. Il patteggiamento prevede che Google cancelli milioni di dati indebitamente raccolti, a modificare rendendole più trasparenti le sue comunicazioni e di offrire a chi naviga la possibilità di disabilitare i cookie di terzi. Le accuse erano particolarmente circostanziate e supportate tra prove, tra queste c’era addirittura una email del dirigente marketing Lorraine Twohill rivolta all’ad Sundar Pichai che lo metteva in guardia del fatto che definire la navigazione in incognito su Chrome “privata” poteva essere causa di fraintendimenti.
David Boies, legale che rappresenta i ricorrenti ha spiegato, secondo quanto riporta l’agenzia ANSA, che: “Questo accordo è un passo storico nel richiedere maggiore onestà e responsabilità da parte delle società tecnologiche”.
Ora Google dovrà affrontare uno dei processi chiave che definirà il futuro non solo suo ma anche delle altre “big tech”, ovvero quello inaugurato a settembre 2023 in cui è imputata di aver violato le legislazioni antitrust ottenendo quindi il suo dominio nel settore delle ricerche online in modo non legittimo.