Il colosso secondo i giudici ha agito illegalmente per mantenere un monopolio nelle ricerche online
Secondo un giudice federale, in una sentenza che ha portata storica contro i colossi dell’informatica USA, Google ha agito illegalmente non rispettando la libera concorrenza al fine di conservare il suo monopolio nelle ricerche online.
“Google è un monopolista e ha agito come tale per mantenere il suo monopolio”, ha affermato il giudice Amit P. Mehta della Corte distrettuale degli Stati Uniti all’interno di una sentenza di 277 pagine in cui viene stabilito che Google ha abusato di un monopolio nelle ricerche sul web e nella relativa pubblicità.
Dopo mesi arriva quindi il verdetto in quello che molti analisti hanno definito come il “processo antitrust del secolo”, se non altro perché riguarda un’azione che miliardi di persone compiono ogni giorno più volte al giorno: “googlare” alcune parole.
Nel concreto la società di Mountain View (California), a cui tutti riconoscono il fatto di aver rivoluzionato internet, avrebbe “difeso” il primato guadagnato sul campo con pratiche monopoliste, per esempio con le intese con Apple e Samsung, lautamente pagate per impostare come predefinito il suo motore di ricerca Google. Attorno a questo c’è un’attività pubblicitaria che vale oltre 300 miliardi di dollari ogni anno.
Se gli effetti di questa decisione sull’azienda saranno noti solo nel medio periodo, è chiaro che è stato aperto un fronte che potrebbe modificare il modo in cui i colossi dell’informatica agiscono sui mercati. Nel corso dell’amministrazione Biden sono state intraprese numerose cause contro “Big tech” e questa è la prima clamorosa sentenza che può indicare la direzione da seguire.