Grano del Mar Nero, i prezzi in salita

Dopo il mancato rinnovo dell’accordo tra Mosca e Kiev sulle esportazioni del grano ucraino i prezzi sulle piazze internazionali cominciano a salire. L’Occidente critica il Cremlino che risponde così: la parte del deal che riguardava l’export russo non è mai stata realizzata, mentre meno del 4% del cibo esportato dall’Ucraina è andato ai Paesi in via di sviluppo. Mosca è pronta a sostituire gratuitamente la fornitura di grano ucraino ai Paesi che ne hanno bisogno.

I mercati dei prodotti agricoli hanno reagito subito al mancato rinnovo dell’accordo multilaterale tra Russia, Ucraina, Turchia e le Nazioni Unite sull’export sicuro attraverso il Mar Nero dei prodotti cerealicoli ucraini. Alla Borsa di Chicago i prezzi delle futures sul grano con la consegna in settembre sono saliti del 4,24% fino a 6,89 dollari per un bushel (circa 30 chili, N.d.R.).
“La decisione presa a Mosca fa salire l’instabilità sui mercati internazionali e favorisce la speculazione. La Federazione Russa continua a utilizzare il cibo come un’arma e strumento di pressione per allentare le sanzioni”, ha dichiarato ai media il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.
L’Italia è il quarto importatore al mondo di prodotti cerealicoli ucraini: nei 12 mesi passati sono stati importati 2,1 milioni di tonnellate di prodotti, di cui il 65,7% è stato mais (1,3 milioni di tonnellate), il 21,1%, ovvero 435.000 tonnellate è stato grano tenero. mentre il restante 5% è stato olio di girasole (100.000 tonnellate).
L’accordo raggiunto il 22 luglio del 2022 sul grano del Mar Nero ha permesso all’Ucraina di esportare via mare circa 33 milioni di tonnellate di cereali e di semi oleosi. Il 25% dell’intero export cerealicolo è stato assorbito dalla Cina che ha esercitato forti pressioni su Mosca affinché dia il via libero al quarto rinnovo dell’accordo.
La decisione di Mosca è stata duramente criticata della Nazioni Unite e dall’Occidente. “Milioni di persone pagheranno il prezzo per l’uscita della Russia dall’accordo sul grano”, ha dichiarato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. “La Russia – si legge in un comunicato della portavoce del ministero degli Esteri francese – è unica responsabile del blocco della navigazione in quello spazio navale e impone un blocco illegale ai porti ucraini”.
Il ministro degli Esteri della Turchia, Hakan Fidan, ha chiamato martedì al telefono il suo collega russo, Serghej Lavrov, per discutere delle prospettiva del rinnovo in agosto dell’accordo sul grano. Lunedì, prima di partire oggi per una tournée politica per i Paesi del Golfo Persico, il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato che “subito dopo il rientro ad Ankara avrà un colloquio con Putin per eliminare i problemi che hanno ostacolato il rinnovo dell’accordo”.
Mosca cerca di rimandare le accuse ai mittenti, affermando che “non appena sarà realizzata la parte dell’intesa riguardante l’export agroalimentare russo l’accordo sarà rinnovato”. Mosca accusa l’Occidente del blocco dell’export di concimi chimici e insiste sulla connessione al sistema di telecomunicazioni Swift di Rosselkhozbank, la maggiore banca agricola del Paese. Secondo i dati del Cremlino meno del 4% dei prodotti ucraini esportati nell’ambito dell’accordo del Mar Nero sono andati ai Paesi più bisognosi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina. Il 17 luglio il ministero degli Esteri della Russia ha diffuso una nota secondo la quale “contrariamente ai proclamati scopi di carattere umanitario dell’intero deal, il cibo ucraino andava ai Paesi ricchi, quelli dell’Unione Europea compresi, mentre ai Paesi più poveri tra cui l’Etiopia, lo Yemen, l’Afghanistan, il Sudan e la Somalia è andato meno del 3%, ovvero poco più di 900.000 tonnellate, dei 32,8 milioni di tonnellate di cibo esportato dall’Ucraina”.
Il portavoce presidenziale russo, Dmitrij Peskov ha dichiarato che “Mosca non lascerà i Paesi africani senza cibo”. Le forniture di grano dalla Russia all’Africa saranno discussi al summit Russia-Paesi africani, in programma a San Pietroburgo il 27-28 luglio prossimi. “Mosca è pronta a sostituire la fornitura di grano ucraino ai Paesi che ne hanno bisogno gratuitamente”, ha sottolineato il portavoce di Putin.