Il mese prossimo l’Arabia Saudita aumenterà il prezzo del suo petrolio, esportato verso i Paesi dell’Europa Occidentale. Secondo le informazioni, che sono state diffuse da Saudi Aramco, la compagnia nazionale degli idrocarburi dell’Arabia Saudita, in settembre saranno aumentati i prezzi del greggio leggero, che per gli importatori dei Paesi “lontani” dell’Europa nord-occidentale aumenterà in media di 2-3 dollari al barile. Invece per gli importatori dei Paesi “vicini” del Mediterraneo, tra cui l’Italia, il rincaro oscillerà intorno a 1-1,5 dollari al barile.
Aramco ha spiegato l’improvvisa stangata, citando “la domanda internazionale in forte aumento”. Per mantenere alti i prezzi l’Arabia Saudita e alcuni altri Paesi dell’OPEC+ hanno concordato nuovi sistematici tagli sia della produzione, che dell’export di petrolio. Come ha dichiarato il vicepremier della Russia con delega all’energia, Aleksandr Novak, “in settembre la Russia farà diminuire il proprio export petrolifero ancora di 300 mila barili al giorno”.
Inoltre l’Arabia Saudita teme una debole ripresa economica della Cina, il maggiore Paese-consumatore di idrocarburi arabi, nonché l’eventuale recessione economica degli Stati Uniti. Dopo aver fatto abbassare il rating degli Stati Uniti da “AAA” a “AA+” con outlook “stabile”, l’agenzia Fitch ha dichiarato di prevedere per la maggiore economia mondiale anche “una recessione” che si manifesterà nel periodo compreso tra il quarto trimestre del 2023 e i primi tre mesi del 2024. Secondo gli analisti di Fitch “nel 2023 il PIL americano dovrà crescere dell’1,2%, in rallentamento rispetto al +2,1%, registrato l’anno scorso, mentre per il 2024 è stata prevista una modesta crescita di appena lo 0,5%”.
Nel periodo gennaio-luglio del 2023, rispetto all’analogo periodo del 2022, la Cina ha aumentato le proprie importazioni di gas naturale del 7,6% e di petrolio del 12,4%. Mentre il valore del gas importato dalla Cina in termini di denaro è aumentato dell’1,1% fino a 36,9 miliardi di dollari, quello del greggio è invece sceso del 12,3%, fino a 187,29 miliardi.