La Banca centrale di Israele venderà 30 miliardi di dollari per sostenere la moneta nazionale, che in meno di tre giorni è stata svalutata di circa il 2% rispetto al dollaro
L’attacco di Hamas contro Israele è costato caro alla moneta nazionale israeliana, lo shekel. In meno di tre giorni il corso di cambio della valuta israeliana è sceso dell’1,8% a quota 3,9146 per un dollaro. Si tratta del valore più debole dello shekel degli ultimi otto anni.
Sia le forze armate israeliane che il mercato valutario dello Stato ebraico sono stati colti di sorpresa dall’offensiva fulminea di Hamas. Addirittura gli Stati Uniti, l’alleato più stretto di Israele, i cui satelliti spiano giorno e notte ogni centimetro quadrato della Terra, stavano riposando sugli allori. Poco più di una settimana fa il Consigliere per la Sicurezza nazionale statunitense, Jake Sullivan, aveva dichiarato che “la regione del Medio Oriente è più tranquilla oggi di quanto non lo sia mai stata negli ultimi due decenni”.
E mentre l’esercito israeliano continua a bombardare la Striscia di Gaza, Hamas minaccia di “uccidere in diretta video un ostaggio per ogni attacco aereo effettuato senza avvisare i civili”, la Banca centrale israeliano con sede a Gerusalemme, ha annunciato “la vendita di 30 miliardi di dollari in valute pregiate estere” per aiutare lo shekel a uscire dall’attuale caduta libera. Inoltre nell’ambito di un “programma straordinario di sostegno” l’Istituto centrale israeliano fornirà liquidità aggiuntiva fino a 15 miliardi di dollari sul mercato valutario del Paese.
Un rappresentante della Banca centrale di Israele ha dichiarato che “il Regolatore opererà sul mercato nel prossimo periodo al fine di moderare la volatilità del tasso di cambio dello shekel e di fornire la liquidità necessaria per il continuo e corretto funzionamento dei mercati”.
Ma la svalutazione dello shekel sembra sia stato soltanto il primo campanello d’allarme per l’economia di Israele. Nelle ultime ore è stata registrata una caduta delle quotazioni sia delle azioni che dei bond. I due indici azionari principali della Borsa di Tel Aviv, TA-125 e TA-35, infatti, sono risultati in ribasso di quasi il 7%, specie a causa del crollo dei titoli bancari, capitolati del 9%, mentre le quotazioni dei titoli di Stato israeliani hanno ceduto circa il 3 per cento.