Terremoto politico in Turchia. Erkan ha rassegnato le dimissioni in seguito a uno scandalo finanziario.
Erkan è stata la prima donna a governare la Banca centrale turca. Il suo background include lunghi periodi presso Goldman Sachs Group Inc. e First Republic Bank negli Stati Uniti.
In carica da appena 7 mesi, Hafize Gaye Erkan, la prima donna a guidare la Banca centrale della Turchia, ha rassegnato le proprie dimissioni. Secondo alcune indiscrezioni che trapelano dai palazzi di potere a Istanbul, Erkan si è dimessa in seguito a uno “scandalo finanziario” che ha coinvolto la sua famiglia.
Invece per molti analisti Erkan che per molto tempo aveva ricoperto importanti incarichi ai vertici di Goldman Sachs Group Inc. e di First Republic Bank negli Stati Uniti, “è clamorosamente fallita” nella sua lotta contro l’inflazione galoppante e la svalutazione della lira turca che negli ultimi 5 anni ha perso oltre l’80% del suo valore rispetto al dollaro USA, facendo crescere i costi delle importazioni e il debito nei confronti dell’estero. Dopo l’annuncio, che Erkan ha fatto tramite un post sul social X (ex Twitter), la valuta della Turchia ha fatto un altro scivolone dello 0,6% per scendere a quota 30,5364 contro il dollaro, un minimo storico in chiusura.
“Recentemente contro di me – ha scritto Erkan – è stata organizzata una grande campagna di distruzione della mia reputazione. Per evitare che la mia famiglia e il mio bambino innocente, che non ha nemmeno un anno e mezzo, vengano ulteriormente colpiti da questo processo, mi dimetto dalla carica”.
La banchiera in carica dal giugno scorso, è stata accusata dai media turchi di “aver concesso vantaggi ai propri familiari all’interno dell’istituto”, cosa che lei ha negato molto espressamente. In un comunicato stampa Erkan ha spiegato di aver chiesto al presidente Recep Tayyip Erdogan di essere “sollevata dalle mie funzioni, che ho svolto con onore fin dal primo giorno”. Nell’era del presidente della Turchia, Recep Tayip Erdogan, la Banca centrale a Istanbul ha visto succedersi diversi presidenti. E un nuovo terremoto politico non si è fatto attendere.
Durante il suo governo per frenare la corsa dei prezzi al consumo, Erkan ha fatto la leva dei continui aumenti del tasso di riferimento che nel giro di sette mesi è salito dall’8,5% al clamoroso 45 per cento. L’ultima stangata è stata annunciata il 25 gennaio quando il Regolatore ha fatto aumentare il tasso d’interesse ancora del 2,5 per cento.
E mentre l’Ufficio delle statistiche della Turchia ha annunciato che nel 2023 il tasso d’inflazione è stato pari al 66,77% un gruppo di esperti indipendenti dell’agenzia economica ENAG ha detto che in realtà l’anno scorso l’inflazione galoppante ha addirittura superato quota del 127 per cento.