Haiti, incertezza dopo le dimissioni del primo ministro Henry

Il primo ministro di Haiti, Ariel Henry, bloccato a Porto Rico dopo che le gang che spadroneggiano nel Paese avevano preso il controllo dell’aeroporto di Port-au-Prince, ha promesso le dimissioni. Gli sviluppo della crisi sono ora imprevedibili.  Il coprifuoco è stato prolungato di alcuni giorni e lo “Stato di emergenza” resterà in vigore fino al 3 aprile.

Il Giamaica si è discusso della situazione in un incontro a cui hanno preso parte Irfaan Ali, presidente della Comunità dei Caraibi (CARICOM) e il segretario di stato USA Anthony Blinken, con l’idea di formare un governo di transizione. Il leader delle bande criminali haitiane, Jimmy – Barbecue -Chérizier, avrebbe tuttavia respinto tale ipotesi spiegando che la sua alleanza denominata  “Vivre Ensemble” (Vivere Insieme) continuerà nella sua battaglia che avrebbe lo scopo di liberare Haiti dai politici corrotti e dagli oligarchi.  Se l’incertezza regna sovrana, secondo quanto riporta Reuters, dopo le annunciate dimissioni a Port-au-Prince si sarebbero stati segnali di distensione con una diminuizione delle violenze. Ha rispaerto anche il principale porto merci mentre l’aeroporto è ancora chiuso.

Henry era alla guida del Paese dall’assassinio del presidente Jovenel Moise avvnuta nel 2021. Ma non era mai stato eletto e non aveva mai fissato una data per il voto popolare spiegando che avrebbe dovuto prima ripristinare la sicurezza nel Paese. A fine febbraio era volato in Kenya per parlare di una missione di sicurezza appoggiata dalle Nazioni unite e guidata da Nairobi per dare man forte alla polizia che non riusciva ormai da mesi a contenere le violenze delle gang. Henry non è più tornato e dall’estero ha annunciato le dimissioni che sono state accolte con favore dalla popolazione.

“Il governo che sto guidando si dimetterà immediatamente dopo l’insediamento di un consiglio di transizione – sono le ultime dichiarazioni di Henry – Chiedo a tutti gli haitiani di rimanere calmi e di fare tutto il possibile perché la pace e la stabilità tornino il più velocemente possibile”.