Fonti di Tel Aviv: la presa di posizione del vice presidente è “deludente”
Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti e uno dei più probabili candidati del Partito democratico alle elezioni del novembre prossimo, non sarà al Congresso mercoledì, 24 luglio, per il discorso del primo ministro d’Israele, Benjamin Netanyahu. Per Harris ci sono altri eventi molto più importanti a cui partecipare. Per esempio la riunione e Indianapolis della confraternita afroamericana Zeta Phi Beta.
Zeta Phi Beta è un’organizzazione no profit, fondata il 16 gennaio del 1920 alla Howard University di Washington. La confraternita ha preso parte al cambiamento politico e sociale degli USA, ha combattuto per i diritti dei neri e delle donne. Tra gli impegni della confraternita è “mantenere i membri a standard accademici elevati”. Il che non può non attirare Harris e che sicuramente spiega la decisione di boicottare il discorso di Netanyahu, nel pieno della guerra che Israele deve combattere su due fronti, in Palestina e contro gli Hezbollah in Libano.
Una fonte dello staff presidenziale, citata dal quotidiano “The New York Times”, ha dichiarato però che il vicepresidente probabilmente incontrerà Netanyahu “successivamente” alla Casa Bianca.
Secondo i media americani, la decisione di Harris va assolutamente contro le rigide regole politiche degli Stati Uniti dove i “vicepresidenti, che ricoprono anche il ruolo di presidenti del Senato, presenzino ai discorsi di leader stranieri al Congresso”. Invece mercoledì, al fianco del presidente della Camera dei rappresentanti, il repubblicano Mike Johnson, ci sarà non Harris, ma il senatore del Maryland, Benjamin Cardin, presidente della commissione per le Relazioni estere, noto come uno dei più forti sostenitori di Israele all’interno del Partito democratico.
L’assenza del vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, durante il discorso di Netanyahu al Congresso è “deludente”. Lo hanno detto alcuni membri della delegazione israeliana, citati dal quotidiano britannico “The Telegraph”. La mossa di Harris di “boicottare” il discorso di Netanyahu di mercoledì “durante una difficile guerra contro l’Iran e i suoi affiliati del terrore è deludente”, ha detto una delle fonti. Tra meno di un mese, al Congresso nazionale del Partito democratico, Harris potrà essere nominata candidato alle elezioni presidenziali, in programma per il 5 novembre prossimo. Secondo Israele “il mondo libero non può permettersi leader incapaci (come Harris) di distinguere tra il bene e il male”. Il quotidiano britannico è noto per la sua posizione critica nei confronti del vicepresidente degli Stati Uniti.