Il 24 febbraio 2024 il conflitto armato tra la Russia e l’Ucraina compie due anni. La guerra tra Israele e Hamas dura ormai da quasi sei mesi. Migliaia di vite umane sono state perse, i danni economici sono impossibili da stimare. Invece l’industria per la difesa degli Stati Uniti sta vivendo il boom delle ordinazioni da parte degli alleati europei, mentre il Pentagono trasferisce all’Ucraina armi e munizioni vecchi per ammodernare i propri arsenali.
Lo ha scritto il quotidiano statunitense “The Wall Street Journal”, secondo cui nel 2022-2023 la produzione del complesso militare-industriale USA è aumentata del 17,5%. Secondo il Federal Reserve, dei 60,7 miliardi di dollari, finora erogati come “aiuti” all’Ucraina, il 64% ritornerà in un modo o nell’altro nell’industria per la difesa degli Stati Uniti.
Il Dipartimento di Stato a Washington ha annunciato che al settembre del 2023 gli Stati Uniti hanno firmato contratti per la vendita di armi e munizioni per 80 miliardi di dollari, dei quali 50 miliardi dovranno arrivare dagli alleati europei, tra cui in prime posizioni si trovano la Germania e la Polonia. “Questi risultati finanziari superano di cinque volte la media storica”, ha dichiarato l’analista dell’agenzia Wolfe Research, Myles Walton.
“Oltre agli armamenti – nota infine il quotidiano americano – nel 2023 gli USA sono diventati i maggiore Paese-esportatore del gas naturale liquefatto (GNL) al mondo. La realizzazione della parte principale dei progetti legati all’export di GNL è stata avviata dopo l’inizio dei combattimenti in Ucraina”.