I nuovi dazi USA sui prodotti cinesi avranno ripercussioni negative sul commercio globale

La guerra commerciale in corso tra Washington e Pechino minaccia di colpire tutti i settori critici del commercio globale, dalle industrie innovative all’agricoltura

Massimiliano Giansanti

Il forte innalzamento dei dazi da parte degli Stati Uniti su molti prodotti industriali e tecnologici, esportarti dalla Cina, minaccia una guerra commerciale di proporzioni globali e di conseguenze impossibili da prevedere. Secondo le ultime previsioni dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO), gli scambi internazionali di merce dovrebbero crescere quest’anno solo del 2,6%, dopo la contrazione di oltre l’1%, registrata nel 2023.

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha introdotto dei dazi doganali “proibitivi”, che praticamente hanno messo al bando le esportazioni strategiche delle industri cinesi, dai metalli, tra cui prodotti in acciaio e in alluminio, ai semiconduttori e ai microchip, ai pannelli fotovoltaici e alle autovetture a trazione elettrica.

Praticamente i drastici aumenti delle tariffe doganali che variano dal 25% al 100% hanno colpito la parte molto sensibile del commercio estero cinese: nel mirino dell’Amministrazione statunitense si sono trovate molte categorie di prodotti cinesi la cui produzione è sostenuta da consistenti sussidi pubblici con l’effetto che l’offerta di tali prodotti supera costantemente la domanda interna e quindi si riversa sui mercati internazionali.

Per paura che le merci invendute negli Stati Uniti affluiranno di massa sui mercati dell’Unione europea, Bruxelles sta studiando misure protezionistiche che rischiano di trascinare il Vecchio Continente nella voragine della guerra commerciale con la seconda maggiore economia del mondo.

Le preoccupazioni e le inquietudini sono tante. Secondo il presidente dell’Organizzazione agricola italiana Confagricoltura, sono a rischio anche gli scambi di prodotti del food e wine. “Resta il fatto – ha dichiarato alla testata italiana Agrisole il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – che la decisione dell’amministrazione USA rischia di innescare una guerra commerciale che può influire negativamente sull’andamento economico globale. La Cina ha già reagito, facendo sapere che adotterà ogni misura necessaria. Vale a dire, ritorsioni sulle importazioni dagli Stati Uniti”.

I dazi doganali è un’arma a doppio taglio. E i produttori europei dovranno “mettere in preventivo la possibilità di misure di ritorsione da parte delle autorità di Pechino che potrebbero riguardare anche le importazioni agroalimentari dalla UE”, ha detto Giansanti, ricordando che in questo momento la Cina è il “terzo mercato di sbocco per le produzioni di settore agroalimentare degli Stati membri”. Secondo i dati della Commissione europea, le vendite sul mercato cinese sono ammontate a 14,6 miliardi di euro alla fine del 2023.

Ma il volano delle ritorsioni reciproche va su di giri. La Commissione europea sta conducendo un’indagine sui sussidi pubblici cinesi alla produzione di auto elettriche. Inoltre e anche alla luce delle decisioni annunciate a Washington, Bruxelles potrebbe optare nel giro di poche settimane per una decisione analoga a quella americana promuovendo un rialzo dei dazi UE.

“La situazione che si profila – ha concluso Giansanti – aggiunge nuove tensioni in uno scenario internazionale già ad alta instabilità. Paghiamo il prezzo di aver messo da parte le regole multilaterali per la governance del commercio internazionale”.