Impennata del prezzo del cacao che il 26 marzo è arrivato a quota 10 mila dollari per tonnellata sul mercato dei futures di New York, un valore superiore addirittura a quello del rame, quotato 8.800 dollari, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore. Un prezzo definito “folle” che già aveva chiuso il 2023 con un’impennata del 70% ma che nei primi mesi del 2024 è letteralmente esploso tanto da fare meglio dei titoli migliori sul mercato, come il Bitcoin e il re dei chip Nvidia. Pesano sulla situazione attuale i drammatici raccolti dei principali coltivatori dell’Africa occidentale e ora si avvicina il periodo delle festività di Pasqua, periodo di picco per il consumo di cioccolato.
“La situazione dell’offerta in Africa Occidentale rimane estremamente rigida in vista dell’inizio del raccolto intermedio la prossima settimana, e questo continua a sostenere i prezzi del cacao”, ha dichiarato The Hightower Report come riporta Bloomberg. Anche il prossimo raccolto, il minore dei due annuali, è previsto scarso dall’ente regolatore della Costa d’Avorio, il maggiore produttore.
Riccardo Illy, presidente del Polo del Gusto, società italiana la cui capogruppo produce cioccolato ha spiegato all’ANSA le ragioni dell’aumento: “Una sommatoria di fattori, naturali, economici e finanziari”. Ci sono la siccità, una malattia che ha colpito le piante e “il lunghissimo periodo di materia prima al costo basso di 2.500 dollari la tonnellata, un quarto di quello odierno, che non ha consentito ai produttori di rinnovare le piantagioni. Come le viti, anche la pianta di cacao riduce la produttività con il tempo e va sostituita, cosa che non è stata fatta”. Infine ci sarebbe la speculazione dei fondi di investimento che “hanno provocando il disastro”.