Il braccio di ferro tra Mosca e FATF

Il mese prossimo la Russia rischia l’isolamento finanziario globale se davvero dovesse essere iscritta nella “lista nera” dell’organismo internazionale per la lotta contro il riciclaggio di denaro sporco

Lo scorso mese di febbraio, dopo oltre 20 anni della strettissima collaborazione, la Financial Action Task Force (FATF) ha sospeso la membership della Russia a causa della guerra in Ucraina. Di conseguenza, già in giugno, la Federazione Russa rischia di essere registrata nella cosiddetta “lista nera” della FATF, con tutta una serie di conseguenze negative, o addirittura drammatiche, sia per il settore finanziario del Paese, che per l’intera economia nazionale della Russia.
Nell’ambito delle sanzioni globali contro la Russia, la FATF, un’organizzazione intergovernativa che stabilisce gli standard della lotta contro il riciclaggio di denaro sporco, ha sospeso la Russia dall’adesione dopodiché l’Ucraina ha rafforzato le pressioni affinché la FATF – alla sua prossima riunione in giugno 2023 – aggiunga la Russia alla lista dei Paesi-paria del mondo finanziario internazionale.
Per evitarlo Mosca si è rivolta con una serie di forti appelli ai Paesi “amici”, tra cui l’India, e a quelli “neutri” affinché “protestino ad alta voce contro l’ingiustizia in corso da parte della FATF”.
Secondo le fonti dell’agenzia Bloomberg “il Cremlino avrebbe esortato i colleghi indiani a resistere a qualsiasi sforzo di Kiev di inserire la Russia nella lista nera della FATF”.
“Se la Russia dovesse davvero finire nelle liste nere della FATF – scrive l’agenzia statunitense – ciò minaccerebbe di mettere in forse la realizzazione degli accordi strategici con la Russia nei comparti della vendita degli armamenti e dell’energia”.
I documenti a disposizione dell’agenzia Bloomberg e le dichiarazioni dei funzionari dei paesi della NATO, hanno dato una rara possibilità di capire come la Russia stia lavorando attivamente con i propri partner commerciali in vista della riunione di giugno della FATF.