Il Brasile brucia: più di 100 mila incendi nel 2024

Situazione particolarmente critica nello stato di San Paolo e nel Pantanal

In Brasile sono stati registrati 109.943 incendi dall’inizio del 2024. Non è il dato peggiore di sempre, nel 2010 negli stessi primi otto mesi dell’anno furono 127.145, secondo quanto riporta l’ANSA che cita dati dell’Istituto brasiliano Ricerche Spaziali (INPE); ma si tratta in ogni caso di un numero decisamente allarmante e in crescita del 76% rispetto al 2023.

La situazione è critica in vari Stati: a San Paolo si vive la quella peggiore per quanto riguarda gli incendi fin dal 1998, anno in cui sono iniziate le rilevazioni. Il governo locale ha dichiarato lo stato di emergenza in 34 centri del nord-ovest della regione dove bruciano le piantagioni di canna da zucchero caratteristiche della zona.

Gravi danni sono stati inferti al Pantanal, una delle aree naturali protette più importanti a livello globale, nota perché per vari mesi dell’anno è un acquitrinio che ospita importanti ecosistemi e che ora brucia. Lo stesso dicasi per l’Amazzonia. Conta il caldo e la siccità che ha colpito vaste aree del Brasile ma la maggior parte degli incendi sarebbe di carattere doloso. In particolare, commentat il ministro dell’Ambiente brasiliano Marina Silva il fatto che siano divampati così tanti incendi contemporaneamente in luoghi lontani fa pensare che siano stati appiccati di proposito.

Un giudice della Corte Suprema brasiliana ha ordinato al governo Lula di schierare il maggior numero possibile di forzi militari e di polizia per combattere gli incendi; ma secondo Rodrigo Agostinho, presidente dell’ Istituto Brasiliano per l’Ambiente in Mato Grosso, Pará e Amazonas la situazione continuerà ad essere critica fino a ottobre.

Dall’INPE arriva tuttavia una buona notizia che riguarda non gli incendi ma la deforestazione in Amazzonia. Questa sarebbe diminuita del 45,7% tra l’agosto 2023 e il luglio 2024, il miglior risultato da quando è iniziata la serie di rilevazioni, nel 2016.