Il Brasile è tornato tra le 10 più importanti economie a livello globale piazzandosi in nona posizione e superando il Canada. “Dall’inizio dell’anno, le azioni del governo federale hanno cambiato il volto dell’economia brasiliana. Grazie ai numerosi investimenti, all’attenzione per la produttività e all’apprezzamento della valuta, il Brasile è tornato a crescere ed è tra le 10 maggiori economie del mondo”, si legge in una nota del Governo brasiliano sulla piattaforma X (Twitter) che conferma le stime del Fondo monetario internazionale (FMI) contenute nel World economic outlook diffuse a ottobre 2023.
“Chiudiamo l’anno in modo eccezionale. La gente è più felice, il Brasile cresce, i salari aumentano, la disoccupazione diminuisce. È una situazione piacevole, considerando che abbiamo trovato un Paese distrutto dal governo precedente”, ha scritto sempre su X il presidente Luiz Inacio Lula da Silva. La performance del Brasile è dovuto al mix tra un tasso di cambio più favorevole e alla crescita economica maggiore delle previsioni (3%) riconquistando così la posizione che già le apparteneva nel periodo precedente la pandemia di Covid 19. Le attuali previsioni, supportate dai dati incoraggianti dei primi tre trimestri del 2023, vedono il PIL brasiliano balzare a 2.127 miliardi di dollari, 9 miliardi di dollari in più rispetto a quello del Canada, che scende al decimo posto, spiega l’ANSA. Il Prodotto interno lordo brasiliano è molto vicino all’ottavo posto, detenuto dall’Italia, con 2.186 miliardi di dollari.
Buone notizie per l’economia brasiliana erano arrivate anche nella giornata del 19 dicembre, con S&P Global Ratings che aveva migliorato le prospettive di lungo termine sul Paese portandolo a “BB” da “BB-“. Questo in seguito all’approvazione da parte del Congresso brasiliano di riforma fiscale definita di portata “storica” che ha unificato le imposte sui consumi garantendo una semplificazione utile soprattutto al tessuto imprenditoriale e produttivo. Una riforma che il Ministero delle Finanze brasiliano ha definito utile non solo perché “contribuirà al miglioramento dell’equilibrio fiscale del governo, ma porterà anche a una riduzione dei tassi di interesse e a un miglioramento delle condizioni di credito, garantendo al contempo la stabilità dei prezzi”.