Il Canale di Panama è tornato alla normalità

Nonostante la siccità che ha ridotto drasticamente i passaggi tra il 2023 e il 2024 si prevedono utili per 3,5 miliardi di dollari

Dal mese di agosto il traffico sul canale di Panama, è tornato alla normalità. Per quasi un anno la siccità aveva messo a dura prova il traffico mercantile lungo l’essenziale rotta che collega Atlantico e Pacifico costringendo l’Autorità che gestisce la via di comunicazione a ridurre drasticamente i passaggi. Anche il pescaggio delle imbarcazioni è tornato al livello massimo di 50 piedi mentre in precedenza era stato ridotto a 44.

Il numero dei transiti giornalieri era sceso fino a 18 a febbraio 2024. Da agosto si è tornati a circa 36 passaggi giornalieri. La siccità tra il 2023 e il 2024 aveva fatto scendere in maniera preoccupante il livello dei laghi che alimentano le chiuse del canale obbligando a una riduzione del traffico proprio in un momento particolarmente difficile per il trasporto via mare internazionale, viste le difficoltà di transito anche dallo Stretto di Suez a causa delle incursioni degli Houti.

Secondo quanto spiegato dal supervisore generale delle chiuse di Cocolí, Jorge Pitti, all’agenzia di stampa Efe le previsioni per il Canale di Panama “sono molto buone quest’anno e il prossimo” visto che di prevedono buone precipitazioni che manterranno alto il livello dei laghi artificiali Gatun e Alhajuela.

Nonostante la stretta della prima parte dell’anno infatti Ricaurte Vásquez, amministratore dell’Autorità del Canale di Panama, prevede che con l’attuale livello di traffico l’anno fiscale (che in questo caso chiude il 30 settembre) vedrà un utile netto di 3,5 miliardi di dollari, con 24 transiti medi giornalieri e 430 milioni di tonnellate di merci trasportate. Secondo Vásquez, come riporta l’ANSA, “Abbiamo progettato una struttura tariffaria diversa, a seconda delle chiuse utilizzate dalle navi, per stabilire un valore per l’utilizzo dell’acqua. Ciò ci ha permesso di ottimizzare i ricavi, ridurre i costi operativi e mantenere la nostra competitività”.