L’inflazione in Italia ha toccato anche la tazzina di caffè, un dei riti per eccellenza della mattina e del dopo pasto per gli italiani.
Ebbene nel 2022 nel “Bel Paese” si è speso per la pausa-caffè 720 milioni di euro all’anno in più rispetto al 2021. Lo si legge nelle statistiche dell’associazione di consumatori “Assoutenti” che ha realizzato una vera e propria mappa del caro-caffè.
Certo, il prezzi in assoluto sono ancora ben al di sotto della media dei paesi europei, ma in questo c’entra anche la modalità di fruizione (gli italiani bevono il caffè in piedi al bancone e non seduti). Assoutenti rileva un aumento medio dell’11,5%, con il prezzo della classica “tazzina” che è passato da 1,04 euro del 2021 a 1,16 euro del 2022.
Il caffè più caro lo si beve a Bolzano (1,34 euro), seguono Trento (1,3), Belluno (1,28 euro), Padova (1,27 euro), Udine (1,26 euro) e Trieste (1,25 euro). Comunque pochi spiccioli, si potrebbe pensare, se non fosse che nei bar italiani si consumano 6 miliardi di tazzine all’anno, un giro d’affari passato da 6,24 miliardi di euro a quasi 7 in due anni.
In Italia il caffè al bancone del bar è rimasto per anni ancorato alla simbolica cifra di 1 euro, un prezzo ormai raro da trovare, almeno nelle regioni del Nord. Ci sono, ovviamente le eccezioni: in alcune città del meridione addirittura non è ancora stata raggiunta la soglia del singolo euro: ovvero a Catanzaro e Reggio Calabria (0,99 euro in media) e Messina (0,95).