Il Cile apre allo sfruttamento dei privati di alcune miniere di litio

Il Paese sudamericano, con Australia e Cina, garantisce l'approvvigionamento del 90% del litio a livello globale

Due delle cinque più grandi miniere di litio a livello globale, entrambe nella zona di Salar de Atacama si trovano in Cile.

Il Governo vuole tenere uno stretto controllo sull’attività estrattiva ma il Ministero cileno delle Miniere e InvestChile hanno inaugurato un processo che permetterà anche a investitori privati di dichiarare il loro “interesse e esigenze di informazione” per il possibile sfruttamento di 26 saline per estrazione del litio nel Paese. L’obiettivo è quello di sviluppare nuovi progetti per aumentare la produzione di questo metallo sempre più prezioso, in particolare per la realizzazione di batterie.

L’obiettivo è quello di aprire nuove miniere già entro il 2024, concentrandosi sui giacimenti dove non è necessario effettuare consultazioni con le comunità indigene, come spiega il ministro delle Miniere, Aurora Williams, al quotidiano La Tercera: “Speriamo che ci sia effettivamente interesse per le 26 saline che rappresentano il 18% del territorio salino del Paese”.

“Questa manifestazione d’interesse è ampia, non ha restrizioni dal punto di vista di chi può manifestare interesse – ha spiegato Williams – quello che stiamo avviando è un processo di richiesta di manifestazione di interesse”. Allo stesso tempo il ministro ha sottolineato che potrebbero essere interessate storiche società del settore come la locale SQM o le cinesi Tianqi, Tshinshang e BYD sottolineando però che l’intervento del capitale straniero riguarda solo 26 saline che rappresentano il 18% della superficie potenziale cilena, poiché sono esclusi i bacini totalmente o parzialmente protetti dallo Stato o in procinto di esserlo.

L’obiettivo del presidente Gabriel Boric da qui a due anni è quello di implementare da tre a cinque nuovi progetti nel paese raddoppiando la produzione di litio.