Il Giappone soffre di “overtourism”

Uno yen debole favorisce gli arrivi. Il maggior numero di visitatori giunge dalla Cina.

A luglio in Giappone gli arrivi dei turisti dall’estero hanno registrato un nuovo record: in un solo mese il Paese del Sol levante ha accolto 3,29 milioni di visitatori stranieri, ovvero il 41,9% in più rispetto all’analogo mese del 2023.

Secondo i dati, pubblicati dall’Organizzazione nazionale del turismo del Giappone (Japan National Tourism Organization, JNTO) l’afflusso dei turisti “incoraggiato dallo yen debole ha superato del 10,1% quello, registrato nel luglio del 2019, ovvero prima della pandemia di Covid”.

In luglio, per il quinto mese consecutivo, è stata superata la soglia dei tre milioni di turisti in arrivo sulle isole, mentre da gennaio a luglio sono stati registrati 21,07 milioni di turisti internazionali. I turisti permettono di guadagnare all’industria di accoglienza, ma causano anche non pochi problemi: il ministero dell’Agricoltura di Tokio ha puntato il dito accusatore contro i turisti, che hanno fatto esaurire le scorte strategiche di riso.

Il maggior numero di visitatori è giunto dalla Cina (776.500 persone). Al secondo posto con i 757.700 visitatori si trova la Corea del Sud. Seguono Taiwan (571.700), Hong Kong (279.100), gli Stati Uniti (251.200), le Filippine (55.500) e la Thailandia (53.500).

La debolezza dello yen ha anche dato una spinta alla crescita delle esportazioni del Giappone che a luglio sono ammontate a 9.600 miliardi di yen (66 miliardi di dollari circa), in crescita del 10,3% rispetto all’analogo mese dello scorso anno. Secondo i dati del ministero giapponese dell’Economia, del Commercio e dell’Industria (METI) l’export della quarta economia mondiale “è stato trainato principalmente da semiconduttori e da automobili, e sostenuto dalla debolezza dello yen”. In particolare, le esportazioni di semiconduttori sono aumentate del 25,2%, e quelle di automobili del 6,2 per cento. La debole moneta nazionale ha fatto aumentare le importazioni denominate in yen, risultando così in un “disavanzo commerciale di 621,8 miliardi di yen”.