L’amministrazione Biden annuncia un nuovo capitolo della “guerra dei chip”: l’obiettivo è quello di impedire l’export in Cina dei più avanzati chip per l’intelligenza artificiale, su tutti quelli prodotti da Nvidia e Intel.
L’obiettivo sarebbe quello di impedire a Pechino di ottenere tecnologie all’avanguardia che potrebbero essere utilizzate anche per scopi militari. Queste nuove restrizioni, annunciate il 17 ottobre, vanno ad implementare e completare le misure adottate lo scorso ottobre e saranno poi aggiornate annualmente.
Le misure saranno in vigore tra un mese e sono rivolte a un’ampia fascia di microprocessori e di strumentazioni per la produzione degli stessi. Le nuove norme prevedono anche un allargamento dei Paesi oggetto delle restrizioni, tra questi l’Iran e la Russia.
Come dichiarato dal Segretario del Dipartimento del Commercio Gina Raimondo e riportato da Reuters, lo scopo è limitare l’accesso della Cina a “semiconduttori avanzati che potrebbero alimentare scoperte nell’intelligenza artificiale e computer sofisticati che sono fondamentali per le applicazioni militari”. Raimondo avrebbe anche precisato che l’amministrazione “non sta cercando di danneggiare Pechino dal punto di vista economico”, aggiungendo che “la Cina continuerà a importare semiconduttori statunitensi per centinaia di miliardi di dollari”.
La risposta è arrivata attraverso un portavoce dell’ambasciata cinese che ha spiegato come “porre arbitrariamente dei limiti o cercare forzatamente il disaccoppiamento per servire un programma politico viola i principi dell’economia di mercato e della concorrenza leale e mina l’ordine economico e commerciale internazionale”.