Il Gruppo dei Brics, polo di attrazione per molti Paesi del mondo

I Paesi del Gruppo Brics vogliono lanciare una nuova valuta condivisa

Il summit dei ministri degli Esteri dei Paesi Brics ha testimoniato come la multipolarità e multilateralismo nel 21° secolo siano ormai un dato di fatto. Le Nazioni del Gruppo Brics hanno chiesto alla loro banca, “New Development Bank” (Ndb), “di fornire indicazioni su come potrebbe funzionare una potenziale nuova valuta condivisa”.

Le Nazioni del gruppo Brics, composto, da Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, “non è più una specie di alternativa alle altre associazioni internazionali, bensì una forza autonoma e un polo di attrazione per molti Paesi del mondo”. Lo ha dichiarato alla riunione dei ministri degli Esteri dei Brics, a Johannesburg, il capo della diplomazia indiana, Subrahmanyam Jaishankar. I ministri degli Esteri hanno definito gli ultimi preparativi al summit dei presidenti dei Brics, in programma alla fine dell’agosto 2023 in Sudafrica.
Le dichiarazioni del ministro indiano hanno permesso di capire come la multipolarità nel 21° secolo stia conquistando le simpatie di molti Paesi del mondo.
Infatti, l’agenda del vertice dei ministri degli Esteri è stata molto ampia. I capi della diplomazia dei cinque Paesi hanno incontrato i loro omologhi di 12 Paesi “amici dei Brics”: Indonesia, Bangladesh, Iran, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Egitto, la Comore, Gabon, Congo, Argentina, Cuba e Venezuela. Un gruppo di Paesi che insieme ad altri, come Algeria, Siria, Messico, Afghanistan, Pakistan, sarebbero interessati ad aderire all’iniziativa dei Brics.
Secondo il ministro degli Esteri della Russia, Serghej Lavrov “almeno 20 Paesi vogliono aderire ai Brics”. Egitto, Turchia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Indonesia, Messico e alcuni altri Paesi africani hanno fatto richiesta di adesione sia ai Brics che all’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Sco).
Nella loro dichiarazione congiunta, rilasciata al termine del vertice diplomatico, il Gruppo si è posto come un valido interlocutore nel dibattito sulla politica mondiale che “non andrebbe ignorato, sottovalutato o non colto nel suo reale spirito, estrapolando solo passaggi ad effetto”. Il documento esprime le proposte molto equilibrate nonché le “comuni preoccupazioni” dei cinque Stati, che hanno chiesto una riforma delle istituzioni internazionali nelle realtà del 21° secolo e “in ordine alla necessità di rafforzare il multilateralismo”.
Inoltre, i vertice dei ministri degli Esteri ha insistito sulla realizzazione “senza eccezioni” dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile nelle sue tre dimensioni: economica, sociale e ambientale.
Come ha notato la Tv cinese, Cgtn, “la valutazione negativa espressa sulle politiche sanzionatorie internazionali è stata collocata all’interno di una più ampia critica alle misure coercitive economiche unilaterali, come sanzioni, boicottaggi, embarghi e blocchi per il loro impatto sull’economia mondiale”.
In questo contesto, come ha scritto il quotidiano sudafricano, “Daily Maverick”, le Nazioni del gruppo Brics hanno chiesto alla loro banca, “New Development Bank” (Ndb), “di fornire indicazioni su come potrebbe funzionare una potenziale nuova valuta condivisa, soprattutto nel proteggere altri Paesi membri dall’impatto di sanzioni come quelle imposte dall’Occidente alla Russia”.
I Brics stanno cercando, ha sottolineato, Naledi Pandor, ministro delle Relazioni Internazionali del Sudafrica, “di assicurarsi di non diventare vittime di sanzioni che hanno effetti secondari su Paesi, che non sono coinvolti in questioni che hanno portato a tali sanzioni unilaterali”.
Intanto la banca “New Development Bank” (Ndb), l’istituto di credito con sede a Shanghai, creato dalle nazioni Brics si prepara all’ingresso dei nuovi soci: dopo l’Arabia Saudita anche l’Argentina ha presentato la richiesta di adesione. Secondo l’agenzia Telam, “la presidente della banca Ndb e già presidente brasiliana, Dilma Rousseff, ha informato il ministro dell’Economia argentino, Sergio Massa, che il Cda della banca ha formalmente consentito di votare l’ingresso dell’Argentina nell’istituto di credito dei Brics”.