Focus sull’intensificazione dei rapporti bilaterali e sulla cooperazione all’interno delle organizzazioni internazionali come l’ONU, i BRICS, G20 e l’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai
La situazione internazionale è talmente incandescente e i problemi che si trovano di fronte alla Russia e alla Cina sono talmente tanti, che ci vogliono due giorni di intensi colloqui tra il ministro degli Esteri russo, Serghej Lavrov, e il suo omologo cinese e padrone di casa, Wang Yi, per analizzarli tutti.
Per due giorni, l’8 e il 9 aprile, Lavrov e Wang discuteranno della cooperazione bilaterale, sarà analizzata l’interazione tra Mosca e Pechino in ambito internazionale. Un capitolo a parte rappresenterà il coordinamento delle politiche e il lavoro congiunto all’ONU della Russia e della Cina, due membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Sarà analizzata la situazione attuale e le prospettive di sviluppo delle organizzazioni internazionali co-fondate dalla Russia e dalla Cina: dai BRICS all’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai.
La Russia vuole sapere quale sarà la risposta della Cina alle crescenti pressioni dell’Occidente, che chiede a Pechino di condannare esplicitamente l’operazione militare russa in Ucraina. La Cina ha sempre respinto queste rivendicazioni degli Stati Uniti, dell’Unione europea e del Giappone, ma negli ultimi tempi le aziende russe hanno lamentato numerosi problemi con i fornitori di componenti elettronici cinesi, ma soprattutto con le banche della Cina, che per timore delle sanzioni americane hanno bloccato le operazioni finanziarie con gli istituti di credito della Russia.
Lavrov e Wang stanno discutendo anche della situazione della regione Asia-Pacifico con il focus particolare sull’aumento delle tensioni sia nello Stretto di Taiwan, che nel Mar Cinese Meridionale, dove gli Stati Uniti, il Giappone, l’Australia e le Filippine hanno appena tenuto le prime esercitazioni navali congiunte. In risposta lo stesso giorno delle esercitazioni USA-alleati, la marina militare della Cina ha condotto nelle acque contese alcune operazioni di “pattugliamento di combattimento”.
Insomma i colloqui, iniziati lunedì 8 aprile, comprenderanno un “approfondito scambio di opinioni” su una vasta serie di questioni di attualità, sui problemi regionali, tra cui la crisi ucraina e la situazione nella regione Asia-Pacifico, sulla risposta congiunta di Mosca e Pechino alle politiche anti-russe e anti-cinesi degli Stati Uniti, nonché sulle crescenti tensioni con Taiwan dopo la vittoria alle elezioni presidenziali di William Lai, bollato da Pechino come “pericoloso separatista”.