Il Papa: “In pellegrinaggio per costruire un mondo di fraternità e pace”

Nel libro in uscita il 19 novembre in occasione del Giubileo il Santo Padre parla di Gaza “Verifichiamo se è in corso un genocidio”, ambiente, migrazioni e dignità umana con un messaggio che ha al centro la speranza “nostra ancora e nostra vela”

“La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore”, a cura di Hernán Reyes Alcaide (Edizioni Piemme), è il nuovo libro di Papa Francesco in uscita il 19 novembre in Italia, Spagna e America Latina in occasione del Giubileo 2025. Il quotidiano La Stampa ha anticipato alcuni estratti del volume in cui il Santo Padre si sofferma su temi come la famiglia, l’educazione, situazione sociopolitica ed economica globale, la povertà, le migrazioni, la crisi climatica, le nuove tecnologie e la pace.

Francesco spiega che “è assolutamente necessario affrontare nei Paesi d’origine le cause che provocano le migrazioni”, riprendendo il Messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2017 secondo il Pontefice è necessario che “si dia spazio a uno sviluppo autentico che promuova il bene di tutte le popolazioni, in particolare dei bambini e delle bambine, speranza dell’umanità. Se vogliamo risolvere un problema che tocca tutti noi, dobbiamo farlo attraverso l’integrazione dei Paesi di origine, di transito, di destinazione e di ritorno dei migranti”. Questa è una sfida di fronte a cui “Nessun Paese può essere lasciato solo e nessuno può pensare di affrontare la questione isolatamente attraverso leggi più restrittive e repressive, talvolta approvate sotto la pressione della paura o in cerca di vantaggi elettorali”.

Accoglienza è la parola chiave: “Pensiamo agli esempi recenti che abbiamo visto in Europa. La ferita ancora aperta della guerra in Ucraina ha portato migliaia di persone ad abbandonare le proprie case, soprattutto durante i primi mesi del conflitto. Ma abbiamo anche assistito all’accoglienza senza restrizioni di molti Paesi di confine, come nel caso della Polonia. Qualcosa di simile è accaduto in Medio Oriente, dove le porte aperte di nazioni come la Giordania o il Libano continuano a essere la salvezza per milioni di persone in fuga dai conflitti della zona”.
E in particolare, su Gaza, le parole che stanno facendo il giro del Mondo: ” A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”.
Condizioni di vita migliori per tutti e che un mondo che metta davvero al centro l’uomo si ottengono compiendo “un passo preliminare fondamentale che consiste nel porre fine alle ineguali condizioni di scambio tra i diversi Paesi del mondo. Nei legami tra molti di essi si è instaurata una certa finzione che mostra la parvenza di un presunto scambio commerciale, ma in effetti consiste solo in una transazione tra filiali che saccheggiano i territori dei Paesi poveri e inviano i loro prodotti e i loro ricavi alle società madri nei Paesi sviluppati” .

Francesco parla di sfruttamento dell’Africa: “Dopo quello politico, si è scatenato infatti un ‘colonialismo economico’,altrettanto schiavizzante. Così questo Paese, ampiamente depredato, non riesce a beneficiare a sufficienza delle sue immense risorse: si è giunti al paradosso che i frutti della sua terra lo rendono ‘straniero’ ai suoi abitanti. Il veleno dell’avidità ha reso i suoi diamanti insanguinati”.
Invece le migrazioni sono una risorsa: “una migrazione ben gestita potrebbe aiutare ad affrontare la grave crisi causata dalla denatalità in molti Paesi, soprattutto europei. È un problema molto serio e le persone che arrivano da altre nazioni possono contribuire a risolverlo, se le si integra pienamente e smettono di essere considerate cittadini di ‘seconda categoria’”.

Relativamente alla tutela dell’ambiente, il Papa rimprovera per quello che non è stato fatto in questi anni aprendo a una speranza legata alle nuove generazioni: “abbiamo fallito nella gestione del creato e per questo apprezziamo lo spirito di iniziativa delle nuove generazioni, che non vogliono ripetere i nostri errori e si sforzano di lasciare la casa comune migliore di come l’hanno ricevuta(…) le massicce mobilitazioni degli studenti in diverse città e conosco alcune azioni con cui si battono per un mondo più giusto e attento alla salvaguardia dell’ambiente. Agiscono con preoccupazione, entusiasmo e, soprattutto, con senso di responsabilità verso l’urgente cambio di rotta che ci viene imposto dalle problematiche derivate dall’attuale crisi etica e socio-ambientale. Il tempo sta per scadere”.

Sulle guerre e sulla memoria: “Chi non conosce la propria storia è condannato a ripeterla. Nessuno meglio dei nostri anziani può darci la testimonianza viva di alcuni eventi che non vogliamo ricapitino mai più sul nostro pianeta. Quell’Europa che da quasi tre anni è l’epicentro di questa Terza guerra mondiale a pezzi che stiamo vivendo, è il continente che nel secolo scorso ha passato trent’anni immerso in guerre fratricide e poi ha conosciuto dolorose separazioni di popoli fratelli quando è caduto il Muro di Berlino. Non può essere un caso che questi nuovi venti di guerra soffino nel Vecchio mondo allorché si assottigliano sempre più le file dei testimoni diretti della barbarie del totalitarismo o, peggio ancora, quando vengono emarginati, come pezzi da museo impossibilitati a addurre le loro preziose testimonianze”.

Imparare dal passato per proiettarsi nel futuro: “Siamo chiamati a adottare stili di vita equi e sostenibili che diano alla Terra il riposo che merita, nonché mezzi di sussistenza sufficienti per tutti che non distruggano gli ecosistemi che ci sostengono (…) Siamo chiamati a uscire dalla nostra comodità e a proporre soluzioni e alternative creative, affinché il pianeta rimanga abitabile e la nostra esistenza sulla Terra non corra pericolo”.
Tutti questi ragionamenti nascono e devono puntare a un valore fondamentale: “La dignità di ogni uomo e di ogni donna sia la nostra preoccupazione centrale al momento di costruire un futuro da cui nessuno resti escluso. Non si tratta più solo di garantire la continuità della specie umana su un pianeta sempre più minacciato, ma di fare in modo che quella vita sia rispettata in ogni momento. E se davanti alla questione ambientale non abbiamo saputo reagire in tempo, invece possiamo farlo di fronte a quella che viene percepita come una delle trasformazioni più profonde della storia recente dell’umanità, la penetrazione dell’IA in tutti gli ambiti della nostra vita quotidiana”.

Il 2025 sarà l’anno del Giubileo e il Papa invita ad essere “pellegrini di speranza”: “La speranza è la nostra àncora e la nostra vela. Facciamoci portare da lei per uscire in pellegrinaggio verso la costruzione di quel mondo più fraterno che sogniamo, in cui la dignità dell’essere umano prevale su ogni divisione ed è in armonia con la madre Terra”.