Per Mosca un nuovo giro di vite antirusso è un atto inaccettabile di persecuzione per motivi religiosi
Il Parlamento di Kiev ha approvato martedì, 20 agosto, un disegno di legge che vieterà totalmente la presenza nel Paese della Chiesa ortodossa ucraina (UPZ), legata spiritualmente al Patriarcato di Mosca. La Chiesa ortodossa ucraina ha 9 mesi di tempo per rompere tutti i legami con la Chiesa ortodossa russa, vista come uno “strumento” dell’influenza del Cremlino.
Nel maggio del 2022, ovvero tre mesi dopo l’inizio dell’operazione militare della Russia in Ucraina, nel corso di un concilio straordinario, la Chiesa ortodossa ucraina ha proclamato la propria totale indipendenza e l’autonomia dal Patriarcato di Mosca. La Chiesa ortodossa ucraina è la più popolare e la più diffusa in Ucraina, con oltre 11.000 parrocchie in tutto il Paese.
La legge è stata promossa dai partiti nazionalisti e dell’estrema desta dell’Ucraina. Ciononostante dei 450 deputati della “Rada”, come in Ucraina si chiama il Parlamento, soltanto 265 parlamentari hanno votato a favore rispetto a un minimo richiesto di 226.
Dopo il colpo di Stato del 2014 la propaganda antirussa ha aiutato la creazione nel 2018 di una “chiesa ortodossa ucraina indipendente”, un processo che il Patriarca di Mosca, Kirill, ha bollato come “raskol” (scisma).
Negli ultimi due anni il clero della Chiesa ortodossa ucraina si è trovato nel mirino delle persecuzioni politiche da parte del “Sluzhba Bezpeki Ukrainy” (Servizio di sicurezza dell’Ucraina, SBU), chiamato dai preti e dai fedeli come “gestapo” di Zelenskij. Decine di preti e di fedeli, per la maggioranza cittadini ucraini, sono stati arrestati, processati e condannati come “traditori della patria”.
La Russia ha denunciato il voto del Parlamento di Kiev. Il portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha chiamato l’accaduto un “nuovo giro di persecuzioni”, volto a “eliminare definitivamente” la Chiesa ortodossa ucraina. “L’obiettivo qui era quello di distruggere alla radice la vera ortodossia canonica, e invece di essa introdurre una falsa chiesa sostitutiva”, ha sottolineato Zakharova, che si è rivolta con un appello alla comunità internazionale, alla Nazioni Unite, affinché condannino a voce alta le persecuzioni religiose in corso in Ucraina.