Il Vaticano spera che la conferenza di pace sull’Ucraina getti le basi per i negoziati

l presidente della Conferenza episcopale italiana il cardinale, Matteo Zuppi: “È importante evitare un aumento della tensione”

Cardinale Matteo Zuppi

L’imminente conferenza di pace sull’Ucraina, in programma in giugno in Svizzera, sarà un importante “esercizio” per valutare le prospettive e le opportunità di pace tra l’Ucraina e la Russia. È questa l’opinione espressa all’agenzia di stampa russa TASS dal presidente della Conferenza episcopale italiana il cardinale, Matteo Zuppi, inviato dal Papa per la pace in Ucraina.

Alla Conferenza di pace non ci saranno la Russia e neanche la Cina. “È comunque importante – ha sottolineato Zuppi – evitare in questo momento un aumento della tensione”.

“Speriamo che la Conferenza sia utile per gettare le basi, per preparare il suolo per i passi successivi”, ha detto il cardinale.

Parlando delle prospettive di pace, il porporato ha ribadito l’importanza di una recente dichiarazione del Segretario di Stato del Vaticano, il cardinale, Pietro Parolin, che aveva avvertito del pericolo di un “escalation incontrollata”. Zuppi ha anche elogiato la posizione “molto equilibrata” del ministro della Difesa dell’Italia, Guido Crosetto, riguardo all’uso degli armamenti occidentali contro i bersagli nella profondità del territorio della Russia.

“Penso che la responsabilità dell’Europa sia grande e debba consistere nel favorire la ricerca di una soluzione del conflitto sulla base delle trattative; le trattative sono l’unica base possibile per arrivare a una soluzione di pace giusta, sicura e duratura”, ha sottolineato il cardinale Zuppi. “Un’Europa unita, che nacque dopo la Seconda guerra mondiale, e che si basa sul rifiuto della guerra come strumento per la soluzione dei conflitti – ha proseguito il porporato – non deve mai rinunciare a questo concetto. Di giorno in giorno aumenta il numero delle vittime, aumentano le sofferenze, e tutti devono fare dei validi sforzi per creare delle adeguate condizione per il dialogo e per le trattative. Dei passi concreti li devono fare tutti”.

Infine il cardinale ha ribadito che le parole di Papa Francesco non possono essere interpretate con un doppio senso. “Le parole del Papa così come i suoi sforzi hanno sempre avuto uno scopo molto chiaro. Non ha mai negato la responsabilità della guerra, ma ha sempre sottolineato il coraggio di coloro che vanno incontro alle trattative, e che questo non deve significare capitolazione, ma soluzione del conflitto sulla base del diritto e con l’aiuto di tutta la comunità internazionale”, ha detto in conclusione Zuppi.