Importatori USA di concimi chimici russi: Sanzioni? Non ne abbiamo sentito parlare

Nel primo trimestre del 2023 gli Stati Uniti hanno più che raddoppiato le proprie importazioni di concimi chimici “made in Russia”  rispetto all’analogo periodo di un anno fa. Secondo i dati della fondazione russa Roscongress “nei primi tre mesi dell’anno gli importatori americani hanno acquistato concimi chimici e fertilizzanti russi per 596 milioni di dollari, contro i 262 milioni, incassati dai produttori russi nel 2022”. Vale a dire che in termini di denaro le importazioni americane sono aumentate di oltre 2,27 volte.
Attualmente gli USA rientrano nella trojka dei maggiori clienti internazionali dell’industria chimica russa, preceduti dall’India e dal Brasile. Tutt’e tre i Paesi stanno aumentando le importazioni di concimi chimici russi. Le importazioni indiane nel primo trimestre del 2023 hanno raggiunto quota 708 milioni di dollari, mentre due anni fa la cifra non superava i 78 milioni.
Gli Stati Uniti hanno saggiamente equiparato i concimi chimici della produzione russa ai “beni di primissima necessità” per tenerli fuori dalla lista nera. Ancora nel marzo del 2022 l’Ufficio per il controllo delle attività estere (OFAC) del Ministero delle Finanze degli Stati Uniti ha emesso una nuova licenza generale, che ha estrapolato i concimi chimici russi dalle possibili sanzioni. I concimi russi sono stati inclusi nella lista dei “beni di importanza vitale insieme ai medicinali”.
Allo stesso tempo nell’ultimo anno la quota del mercato europeo di concimi, appartenente alla Russia, è diminuita in modo significativo. I produttori russi sono stati sostituiti da quelli degli Stati Uniti, che non si fanno scrupoli neanche all’“epoca delle sanzioni” di sviluppare il commercio con Mosca, dell’Algeria, dell’Egitto e del Trinidad e Tobago, uno dei maggiori esportatori di ammoniaca al mondo. La Russia punta allo sviluppo del commercio con i Paesi dell’America Latina e con l’India, che rappresentano il 15% del mercato globale di concimi chimici.
Nei sette mesi passati l’industria chimica della Russia ha prodotto 31 milioni di tonnellate di concimi, +3% rispetto al corrispondente periodo del 2022. A partire dal 1° di settembre il Governo della Russia potrà aumentare fino all’8% la tassa sull’export dei concimi chimici. Il Cremlino ha spiegato l’eventuale stangata con la necessità di soddisfare in primo luogo il crescente fabbisogno dell’industria agroalimentare della Russia che negli ultimi 15 anni ha triplicato i propri consumi di concimi chimici. Per soddisfare la domanda interna i maggiori produttori di concimi hanno deciso di investire 2.000 miliardi di rubli (19,6 miliardi di euro) nell’ammodernamento tecnico e tecnologico degli stabilimenti e nel perfezionamento della logistica.