Un altro raccolto cerealicolo da record in Russia. Secondo i dati aggiornati, annunciati lunedì 4 di dicembre dal ministero dell’Agricoltura a Mosca, quest’anno sono già stati ammassati più di 150 milioni di tonnellate di grano, ovvero tre milioni in più rispetto alle stime del mese di settembre. Nel 2022 il raccolto aveva totalizzato 157,7 milioni di tonnellate nette, delle quali 104,3 milioni di frumento.
In settembre la Russia è ritornata nella lista dei cinque maggiori esportatori di grano verso i Paesi dell’Unione europea. Al primo posto si trova l’Ucraina con 1,2 milioni di tonnellate di grano esportate verso la UE nel giro di 12 mesi. Seguono il Brasile (1,1 milioni di tonnellate), la Turchia (204.000 tonnellate), la Russia (180.000 tonnellate) e il Canada (139.000 tonnellate). Mosca prevede di poter esportare nel 2024 almeno 60 milioni di tonnellate di grano.
Aumentano le esportazioni russe di farina di frumento e di segale: nei primi 10 mesi dell’anno ne sono state vendute all’estero 990.000 tonnellate, ovvero il 30% in più rispetto alle esportazioni dell’analogo periodo del 2022. Anche quest’anno il principale importatore della farina russa è stato l’Iraq, che nel periodo gennaio-ottobre 2023 ha acquistato 150.000 tonnellate, ovvero +17% rispetto al 2022. Quest’anno anche la Cina ha aumentato di tre volte le importazioni di farina russa, fino a 100.000 tonnellate.
Intanto le prime navi russe, cariche di grano gratuito, sono già arrivate in alcuni porti africani. Come ha dichiarato il presidente, Vladimir Putin, “la Russia rispetta al 100% le proprie promesse di aiutare i Paesi più bisognosi del Continente africano”. Al forum Russia-Africa che si è svolto l’estate scora a San Pietroburgo il Cremlino si era impegnato a inviare da 20.000 a 50.000 tonnellate di grano gratuito in Burkina Faso, Zimbabwe, Mali, Somalia, Repubblica Centrafricana e in Eritrea.