In Algeria il Forum dei Paesi esportatori di gas chiede maggiore cooperazione interna

Gas naturale rimarrà ancora per molto tempo uno dei fattori più importanti del futuro energetico del mondo

Nikolaj Shulghinov

È svolto sabato 2 marzo nella capitale dell’Algeria, la città di Algeri, del Settimo summit dei capi di Stato e di Governo del Forum dei Paesi esportatori di gas (GECF). Ad aprire i lavori  con un discorso programmatico è stato il padrone di casa, il presidente della Repubblica d’Algeria, Abdelmadjid Tebboune. Parlando nel Centro delle conferenze internazionali “Abdullatif Rahhal”, il presidente Tebboune ha auspicato una maggiore integrazione ed interazione tra i Paesi-membri del Forum.

Al summit la Russia è rappresentata dal ministro dell’Energia della Russia, Nikolaj Shulginov, che ai margini del Forum ha presentato ai giornalisti la visione del Cremlino del futuro energetico del mondo. Per la Russia lo sfruttamento del gas è “un passo equilibrato verso il futuro”. Il ministro russo ha sottolineato il ruolo del gas nella transizione energetica.

Il Forum ha  approvato la “Dichiarazione di Algeri”, che, secondo Shulginov, “sarà molto utile per lo sviluppo della politica coordinata del GECF, per  organizzare la protezione delle infrastrutture critiche del gas da eventuali incidenti,  e anche per semplificare i processi di adesione di nuovi Paesi a questa organizzazione energetica”.

In questo contesto l’Iraq ha annunciato che vuole diventare un membro ufficiale del Forum dei Paesi esportatori di gas. Il presidente iracheno, Abdul Latif Rashid, che partecipa ai lavori del Forum ad Algeri, ha dichiarato che per l’Iraq è arrivato il momento di “fare un salto di qualità” e passare da Paese-osservatore del GECF alla membership effettiva.

Il presidente della Tunisia, Kais Saied, ha sottolineato la necessità per i Paesi in via di sviluppo di stabilire il “pieno potere, controllo e sovranità” sulle proprie risorse naturali. Saied ha detto che, attraverso la cooperazione, “non ci sarà scarsità di risorse” e “riusciremo a essere liberi”. Il presidente tunisino ha lanciato un duro monito a Israele che, secondo il leader tunisino, continua a “commettere crimini” nella Striscia di Gaza. Saied ha minacciato l’uso delle risorse energetiche come arma per porre fine all’offensiva israeliana in Palestina: “Noi abbiamo la capacità e le risorse per aiutare i palestinesi a riottenere i propri diritti e avere uno Stato indipendente”, ha detto il residente tunisino.

Per il presidente dell’Iran, Ebrahim Raisi, è molto importante che i Paesi esportatori di gas riescano ad avere una “cooperazione sistematica” per “condividere informazioni” sulle attività di ogni singolo Paese, dalle opere esplorative all’esportazione di gas. Nel suo intervento Raisi ha invitato il GECF a creare il più presto possibile un “nuovo meccanismo per condividere le esperienze” e “godere delle capacità gli uni degli altri”.

Anche il ministro del Petrolio e delle Risorse minerarie dell’Egitto, Tarek el-Molla, ha sottolineato la necessità di “lavorare insieme”, di “coordinarsi per riuscire a raggiungere l’ecosostenibilità e per poter affrontare il riscaldamento globale”. Come i suo collega russo, el-Molla ha detto che il gas naturale è un “elemento chiave” del mix energetico globale, che “offre un grande potenziale per uno sviluppo sostenibile e malgrado alcune critiche avrà un valore fondamentale anche in futuro”.

“Le energie rinnovabili – ha detto el-Molla – insieme a quelle tradizionali, saranno parte del futuro, mentre i Paesi dovranno gradualmente, senza scosse ridurre l’utilizzo di combustibili fossili”.