Il governo di Amazonas, lo Stato più esteso del Brasile, situato al nord del Paese al confine con Perù, Colombia e Bolivia, è in piena emergenza a causa della siccità che ha colpito il Rio Negro.
Le autorità hanno comunicato che 59 città sono in sofferenza a causa della più forte siccità degli ultimi 50 anni: il fiume ha toccato il livello più basso da oltre un secolo. Il corso d’acqua è anche un’importante via di comunicazione nella regione amazzonica e la scarsità d’acqua pregiudica i trasporti di persone, merci e di beni di prima necessità come acqua, generi alimentari e medicinali. Gli abitanti di intere comunità hanno difficoltà a spostarsi sul fiume, la via di comunicazione più importante in questi luoghi.
A Manaus, capitale di Amazonas, dove il Rio Negro si immette nel Rio delle Amazzoni, lunedì 16 ottobre il livello dell’acqua registrato era di 13,59 metri contro i 17,60 di un anno fa, un livello mai così basso dal 1902. Sempre in questo Stato, alla fine di settembre, il 10% della popolazione di delfini (153 esemplari di una specie a rischio estinzione) che vive nel lago Tefé, alimentato dal Rio delle Amazzoni, è morta a causa della scarsità e delle elevate temperature dell’acqua che, secondo quanto spiegano alcuni ricercatori, ha superato i 39 gradi, 7 in più rispetto alla media.
Secondo il CEMADEN, il centro di allerta per i disastri del governo brasiliano, alcune aree dell’Amazzonia hanno registrato il minor numero di precipitazioni nel periodo luglio – settembre dal 1980 e ci si aspetta che la situazione non sia destinata a migliorare fino a dicembre quando El Nino, che sta provocando fenomeni climatici estremi a livello globale, raggiungerà il picco.
Secondo quanto riporta l’ANSA il governo federale ha deciso di anticipare il pagamento della Bolsa Família (un sussidio per le presone più povere) per chi si trova nelle zone colpite dall’emergenza.