Gli Emirati Arabi Uniti, seguiti dall’India e dalla Cina, al primo posto della lista dei maggiori importatori di prodotti "non petroliferi" del Regno. A dicembre nell’emirato del Ras Al Khaimah la 17-a edizione del prestigioso Forum Economico Eurasiatico di Verona.
Le esportazioni di prodotti “non petroliferi” dell’Arabia Saudita sono aumentate nel terzo trimestre del 2024 del 16,76% su base annua, per salire a quota 79,48 miliardi di dollari, Secondo i dati, pubblicati dall’Autorità generale di statistica (GASAT) dell’Arabia Saudita, i maggiori importatori di prodotti “non petroliferi” sono stati gli Emirati Arabi Uniti (19,58 miliardi di dollari), seguiti dall’India e dalla Cina con rispettivamente 6,78 miliardi di dollari e 6,48 miliardi di dollari.
“Nel terzo trimestre del 2024 – scrive GASAT – i prodotti dell’industria chimica hanno dominato le esportazioni non energetiche del Regno, rappresentando il 25,5% delle spedizioni totali, con un aumento del 5,3% rispetto al corrispondente trimestre del 2023”. I prodotti in plastica e di gomma, hanno totalizzato il 24,9% delle esportazioni dell’Arabia Saudita, con un aumento su base annua dell’8,9 per cento.
Come scrivono i giornali del Regno il “rafforzamento del settore privato non petrolifero è un obiettivo chiave del programma intitolato ‘Visione-2030’ dell’Arabia Saudita, destinato a diversificare la struttura economica del Paese e a ridurre la dipendenza dai proventi dell’export di greggio”.
In questo contesto gli analisti dell’agenzia GASAT hanno sottolineato in un comunicato stampa che “il rapporto tra le esportazioni ‘non petrolifere’ (incluse le riesportazioni) e le importazioni è stato del 36,6% nel terzo trimestre del 2024, aumentando dell’1,7% rispetto ai risultati, registrati nel terzo trimestre del 2023. Ciò è dovuto a un aumento del 16,8% delle esportazioni ‘non petrolifere’ e a un aumento dell’11,4% delle importazioni nello stesso periodo”.
A sua volta anche gli Emirati Arabi Uniti aumentano l’export di prodotti e di servizi altamente tecnologici: la scorsa settimana il ministero dell’Industria dell’Egitto ha firmato un memorandum d’intesa con le compagnie emiratine “Global South Utilities” ed “EnerCap”, affiancate dalla cinese “Weiheng” per la costruzione di una fabbrica di batterie per l’accumulo di energia elettrica, che prevede un investimento di 12 milioni di dollari. Inoltre l’Egitto ha firmato un memorandum d’intesa sempre con la società emiratina “Global South Utilities” e la cinese “JA Solar” per la costruzione di due fabbriche, una per la produzione di 2 gigawatt di celle solari e l’altra per la produzione di 2 gigawatt di pannelli solari. Le celle fotovoltaiche, conosciute anche come “celle solari”, rappresentano il fondamento degli impianti solari fotovoltaici per la generazione di energia pulita e rinnovabile. Infine l’Autorità dell’Egitto per lo sviluppo sostenibile ha siglato due protocolli d’intesa con la “Abu Dhabi Future Energy Company” (MASDAR) per collaborare allo sviluppo e alla costruzione di un progetto solare galleggiante da 5 gigawatt di energia elettrica nel lago Nasser e di due centrali fotovoltaiche a Nag Hammadi, da 2,8 gigawatt ciascuna.
La densa agenda internazionale degli Emirati Arabi Uniti sarà proseguita e organicamente sviluppata dal XVII Forum Economico Eurasiatico di Verona , organizzato dall’Associazione italiana “Conoscere Eurasia”, che si riunirà nell’emirato del Ras Al Khaimah dal 5 al 6 dicembre prossimi.
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