Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto: "Si tratta di una sfida terroristica globale, e al fine di combatterla abbiamo bisogno di un impegno internazionale”.
L’estrema ferocia con cui i terroristi hanno agito durante l’attacco alla sala da concerti “Crocus City Hall” ha riesumato alla Duma di Stato, la Camera bassa del Parlamento della Russia, e anche in tutto il Paese la polemica sull’abolizione della moratoria e sull’immediato ripristino della pena di morte, almeno per i reati legati al terrorismo.
Mentre alcuni partiti della Russia, rappresentanti in Parlamento, ne sono pronunciati a favore, il portavoce presidenziale, Dmitrij Peskov, ha detto che il Cremlino si distanzia e “non prende parte alle discussioni in merito al possibile ritorno della pena di morte in Russia”. Rispondendo a una domanda dei giornalisti riguardo all’iniziativa dei legislatori “di introdurre di nuovo la pena di morte dopo l’attacco terroristico” Peskov ha detto: “Al momento non stiamo prendendo parte a questa discussione”.
Invece il Cremlino ha auspicato la più vasta cooperazione internazionale per combattere la piaga del terrorismo. “La lotta contro il terrorismo è un processo costante che richiede una cooperazione internazionale su vasta scala. Tuttavia, ora si osserva che la cooperazione non è compiuta appieno, a causa del periodo di scontro acceso”, ha detto il portavoce del presidente, Vladimir Putin, ai giornalisti.
Negli ultimi giorni la Russia ha ricevuto proposte di cooperazioni da alcuni Paesi esteri tra cui la Slovacchia, membro dell’Unione europea e della NATO. Anche l’Ungheria dopo aver condannato fermamente l’attacco terroristico ha detto che “dobbiamo combattere tutti insieme il terrore a livello globale”. Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, parlando a margine del forum sull’energia nucleare “Atomexpo-2024” a Sochi, in Russia, ha sottolineato che “si tratta di una sfida globale, e al fine di combatterla abbiamo bisogno di un impegno internazionale”.
Ma per il momento la Russia non è in contatto con i servizi occidentali né stranieri. “Non ci sono contatti con l’Occidente ora”, ha detto Peskov. “I nostri servizi lavorano in modo indipendente, qui ora non si parla di alcun aiuto straniero”, ha aggiunto il portavoce del Cremlino.
E lunedì 25 marzo ancora 97 persone ferite durante l’attacco terroristico a “Crocus City Hall” rimangono in ospedali di Mosca. Molti sono in condizioni veramente gravi e stanno lottando per la vita.