L’export petrolifero russo verso l’India cresce per 10 mesi consecutivi. Secondo le statistiche, raccolte dall’agenzia Kpler, nel maggio 2023 le raffinerie indiane hanno importato 1,96 milioni di barili del greggio Urals al giorno (il 46% dell’intero import petrolifero indiano), per salire a 2,2 milioni di barili in giugno. Per via delle sanzioni occidentali la Russia è stata costretta a indirizzare verso i mercati asiatici il 20% del proprio greggio che in precedenza era stato venduto in Europa. La Russia ha conquistato il primato nel commercio petrolifero con l’India, superando l’Arabia Saudita (745.000 barili al giorno) e l’Iraq (835.000 barii).
Negli ultimi due mesi il maggiore importatore indiano del greggio siberiano è stata la società statale Indian Oil Corp., seguita da Reliance Industries Ltd. Nel 2022 la Russia e l’India hanno raggiunto un’intesa in base alla quale una parte consistente del commercio bilaterale, sarebbe stata pagata in rupia e in rubli. Gli esportatori russi hanno velocemente accumulato nelle banche indiane delle quantità notevoli di denaro in moneta indiana. Secondo l’agenzia Bloomberg fino allo scorso maggio la disponibilità è cresciuta a un ritmo dell’equivalente di un miliardo di dollari al mese. Ma si è presto scoperto che la legislazione indiana ostacola la conversione delle rupia in valute pregiate nonché l’export di questo denaro. Il 4 maggio scorso Mosca e New Delhi hanno sospeso il passaggio ai calcoli commerciali in monete nazionali.
Una soluzione provvisoria è stata trovata in giugno, quando proprio la Indian Oil Corp. per prima tra gli importatori petroliferi ha pagato una parte del greggio russo in yuan cinesi. Secondo le fonti dell’agenzia Reuters, che però non ha voluto dare i nomi “anche altre due tra le maggiori raffinerie indiane starebbero pagando il greggio russo in moneta cinese”. C’è chi sostiene che si potrebbe trattare di Reliance Industries Ltd. Di Hpcl Mittal Energy Ltd.