India: un pugno di ferro contro lo sciopero dei lavoratori di Samsung

Decine di lavoratori in manette a Chennai, nel sud del Paese

I lavoratori di Samsung promettono di continuare a scioperare, nonostante gli arresti di massa

Il Governo indiano vuole trasformare il Paese in una nuova fabbrica mondiale di semiconduttori e di prodotti elettronici. E mentre il primo ministro, Narendra Modi, celebra i primi 100 giorni del suo terzo mandato, le autorità indiane hanno fatto capire che non intendono tollerare “agitazioni e proteste”, che disturbano il funzionamento delle aziende straniere.

La polizia indiana ha arrestato 104 lavoratori del colosso sudcoreano dell’elettronica Samsung che scioperavano da una settimana, lamentando l’inadeguatezza delle loro retribuzioni. Gli arresti sono avvenuti in vista di una marcia di protesta non autorizzata. Gli agenti hanno messo in manette gli operai e alcuni leader sindacali all’esterno della fabbrica di elettrodomestici di Samsung nei pressi di Chennai (ex Madras), nello Stato indiano meridionale di Tamil Nadu.

I lavoratori avevano bloccato la produzione di uno maxi stabilimento che da solo genera 12 miliardi di dollari, ovvero circa un terzo del fatturato annuo di Samsung in India. Lo sciopero di queste proporzioni è stato aspramente criticato dal Governo del primo ministro Narendra Modi, che sta cercando di attirare investimenti esteri nel Paese a sostegno del programma “Make in India”. Il costo del lavoro molto contenuto è uno dei principali fattori che favoriscono l’arrivo dei produttori stranieri in India, che sta beneficiando dello sforzo di Apple e mote altre aziende globali di diversificare le catene di approvvigionamento globali, eccessivamente dipendenti dalla Cina.