In India è iniziata la produzione di Chromebook, il laptop low cost che il Primo Ministro Narendra Modi ha fortemente voluto “portare in casa”.
A realizzare il computer sarà la parent company di Google, Alphabet, in collaborazione con HP, come annunciato dall’amministratore delegato di Alphabet, Sundar Pichai, su X-Twitter. “Stiamo collaborando con HP per produrre Chromebook in India – Questi sono i primi Chromebook prodotti in India e renderanno più facile per gli studenti indiani l’accesso a un’informatica economica e sicura.”
Per Mountain View è una mossa strategica che gli permetterà di ottenere vantaggi competitivi su Windows, di mettere una solida base in India e di assicurarsi una parte dei 2,1 miliardi di dollari di incentivi promessi da Nuova Dehli. Per Narendra Modi è un modo per portare tra le mura di casa un ramo produttivo di uno dei colossi di Big Tech rinforzando il settore tecnologico interno. L’India punta a diventare uno dei Paesi chiave della manifattura elettronica, sfruttando anche la propensione delle aziende a diversificare viste le continue tensioni tra i leader del settore, ovvero USA e Cina.
Producendo Chromebook direttamente in India, Mountain View si mette anche al riparo dai costi di trasporto e da eventuali misure tariffarie (in realtà già annunciate da Modi per questo tipo di prodotti) – un fatto di grande importanza per un laptop entry level e quindi con margini risicati – e si mette in una posizione di forza in un mercato da 1,4 miliardi di persone
I Chromebook saranno costruiti in uno stabilimento di Flex Ltd. nei pressi di Chennai, nel sud dell’India, dove già sono presenti linee produttive di HP. Si tratta di un hardware portatile che utilizza un sistema operativo alternativo a Windows chiamato ChromeOs, basato sul sistema Linux. Questo pc sarebbe destinato principalmente al settore istruzione.
Come anticipato, l’India ha stanziato per promuovere il settore hi-tech incentivi per 2,1 miliardi di dollari; secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore a questo piano hanno aderito 32 società tra cui Dell, Hp e Foxconn (la società taiwanese che assembla i prodotti Apple), dal prossimo anno le aziende potranno richiedere un cash back di circa il 5% del costo di fabbrica dei prodotti finiti.