Israele ha “disarmato” Siria con bombardamenti a tappeto

Con centinaia di attacchi missilistici e intensi bombardamenti lo Stato ebraico ha raso al suolo armi, tecnica militare, navi da guerra dell’ex esercito siriano di Bashar al Assad

I civili siriani su un carro armato T-64, di produzione sovietica, lasciato dall'esercito siriano sotto un ponte. Tra pochi minuti tutti moriranno, colpiti da un missile israeliano Hellfire, di produzione USA.

Dopo aver occupato le alture di Golan, che sono state proclamate dal premier israeliano, Benjamin Netanyahu, una parte integrante del territorio di Israele per i secoli dei secoli, le Forze di difesa dello Stato ebraico – con intensi attacchi missilistici e bombardamenti – hanno praticamente distrutto il grosso delle capacità militari dell’ex esercito siriano. È stato fatto per evitare che i ribelli jihadisti e gli altri gruppi armati di stampo radicale islamico, saliti al potere a Damasco, “potessero impossessarsene”.

Mentre i carri armati delle Forze di difesa di Israele (IDF) continuano ad avanzarsi in direzione della capitale siriana, un rappresentante militare ha dichiarato che “nelle ultime 48 ore più di 350 bombardamenti sono stati lanciati in tutta la Siria che hanno raso al suolo centinaia di obiettivi militari, tra cui depositi di armi, fabbriche di produzione di armi, radar, magazzini, depositi di missili”.

Uno degli attacchi israeliani più intensi è avvenuto nella città portuale di Latakia, dove Israele ha distrutto una quindicina di navi da guerra che costituivano quasi la totalità della già risicata marina militare siriana. Come hanno scritto i girnali di Tel Aviv “chiunque governerà la Siria in futuro non avrà una marina per molti anni a venire”.

Sono stati completamente distrutti gli hangar dove si trovavano parcheggiati numerosi caccia ed elicotteri da guerra siriani. Nel giro di pochi giorni Israele ha praticamente “disarmato” la Siria, riducendo in macerie oltre l’80% delle armi e della tecnica militare pesante, dalle rampe lanciamissili, agli aerei, ai carri armati e ai veicoli blindati. Il premier Netanyahu ha assunto la responsabilità di questo attacco senza precedenti che sarebbe costato la vita a moltissime persone per terra: “ Ho approvato il bombardamento delle capacità militari strategiche rimaste all’esercito siriano per evitare che finiscano nelle mani dei jihadisti”, ha detto Netanyahu martedì sera, sottolineando che “non abbiamo intenzione di interferire con gli affari interni della Siria, ma vogliamo fare tutto il possibile per garantire la nostra sicurezza”.