L’Italia ha grandi problemi di viabilità legata ai valichi alpini. La situazione dovrebbe stabilizzarsi nel weekend, quando i TIR potranno tornare a utilizzare il Frejus, attualmente chiuso al traffico pesante dalla frana sul versante francese di fine agosto, ma i problemi sono ormai cronici.
Ne ha parlato il 6 settembre il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, nel corso di un question time alla Camera spiegando anche che si tornerà a discutere con la Francia di una seconda canna del traforo del Monte Bianco. Un’opera da sempre osteggiata da Parigi per motivi ambientali ma che visti i problemi attuali potrebbe tornare in auge. “Il Governo ritiene assolutamente necessario cominciare a lavorare per dar vita a una seconda canna del Traforo del Monte Bianco”, ha spiegato Tajani confermando un prossimo incontro con il suo omologo francese.
Per realizzarla, secondo quanto riporta il quotidiano politico, economico e finanziario italiano Il Sole 24 Ore, basterebbero 5 anni e investimenti per circa 1,2 miliardi di euro, una cifra che potrebbe essere finanziata da capitali privati.
Nel frattempo i lavori per la ristrutturazione del traforo del Monte Bianco (che dureranno 3 mesi l’anno per 18 anni con una stimata perdita di PIL per la Valle d’Aosta del 10% causata dalla chiusura temporanea al traffico) sono rimandati. Ma ci sono anche buon notizie: il raddoppio del Frejus sarà infatti pronto nel 2024: un nuovo tunnel di 13 chilometri e largo otto metri separerà i due sensi di traffico permettendo il passaggio di più veicoli e una migliorata sicurezza. Attualmente dal Frejus passa circa il 7% del traffico che valica le Alpi.